martedì 13 febbraio 2007

Le nuove BR


Ieri sono stati arrestati, dopo due anni di pedinamenti e intercettazioni, 15 esponenti delle nuove Brigate Rosse. Una notizia davvero inquietante, e il senso di allarme non mi passa al pensiero che siano stati arrestati. Bisogna chiedersi perchè.


Tentano di farlo, a modo loro, i programmi di approfondimento. Su Porta a Porta sorvolo. Ieri ho guardato Matrix. Mentana ha invitato un esperto di antiterrorismo, Marco Ferrando, un ultra comunista e Giorgia Meloni, vicepresidente della Camera di destra.


In collegamento Vittorio Feltri, il cui giornale Libero risulta essere uno degli obiettivi possibili del nuovo nucleo brigatista. Feltri afferma di aver avuto il sospetto che postesse tornare questo tipo di terrorismo e che fosse collegato al terrorismo di matrice islamica. Il suo giornale ne ha scritto ipotizzando che i membri si riunissero in alcuni centri sociali (ma va? E io che credevo che prendessero l'aperitivo al Billionaire). "Non ci era sfuggito un certo cambiamento".


Ferrando prova a proporre una domanda a mio parere interessante: 'perchè proprio ora?', ossia non perchè ce ne danno notizia ora ma perchè ora si manifesta una recrudescenza di un fenomeno che pensavamo di aver archiviato nei libri di scuola? (Anche se l'arresto della Lioce e del suo gruppo avrebbe dovuto farci riflettere di più invece eravamo così contenti che fossero finiti in manette che ci siamo limitati a smettere di pensarci).


Ora, una piccola riflessione, modesta perchè non sono un'esperta di politica. E' evidente che il paeseversa in una crisi di identità. Le decisioni politiche sono impopolari, la finanziaria ci stritola, siamo un paese di gente indebitata che non arriva a fine mese e che non riesce più a mettere un euro da parte. Il futuro ci appare scuro e insicuro. Il lavoro è sempre più precario, il posto fisso non esiste più. Nel frattempo le spese continuano ad aumentare: ogni tre mesi il telegiornale ci annuncia che aumenterà la luce, il gas, la benzina e le sigarette. Non è una informazione, è una condanna. Non abbiamo alternative, se vogliamo la luce elettrica dobbiamo acquistare quella dell'enel. E io parlo da privilegiata.

Non so immaginare lo stato d'animo delle famiglie che vivono con 1300 euro al mese, non so immaginare la paura di quelli che oggi fanno gli operai e domani, se spostano la fabbrica in Romania o in Cina, chissà.

Insomma, è un paese che per salvare se stesso a livello europeo sta sacrificando i propri cittadini.

In questo clima di sfiducia e sconforto mi pare naturale che alcuni, invece di lamentarsi e basta, decidano di sovvertire, di dare dei segnali forti.

La società preme dal basso, dalla sua base più ampia.

La gente vuole la pace in Italia come in Afganistan, ma alcuni vogliono dare segnali forti.

Le elezioni non bastano più a rendere i cittadini sicuri che le loro esigenze saranno prese in considerazione e tutelate. Sia a destra che a sinistra i governi vanno er conto loro con quel fastidioso atteggiamento paternalistico che sembra dire: 'sappiamo noi quello che è meglio per voi'.

Io credo che fosse inevitabile che qualcuno (e sono certa che siano più di 15 persone in un paese di 55 milioni) pensi di dover dare un segnale forte. Non è GIUSTO, non voglio dire questo, ma dato il quadro generale non è nemmeno una ipotesi campata in aria.


Una piccola nta. Stamattina la prima cosa che ho fatto è stato andare sul blog di Beppe Grillo per leggere le sue considerazioni sull'argomento. Nulla, non una parola. Cosa che mi ha sorpreso moltissimo. Beppe, vorremmo sapere quello che pensi.

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