Stavo andando a prendere la pagella di mia figlia e, approfittavo di quei pochi minuti di guida per riflettere. Il mio pensiero è andato automaticamente al concetto di “cosa pubblica”. Ogni giorno che Dio manda in Terra quando vado a prendere la macchina in garage trovo la luce accesa. Qualcuno prende la macchina, se ne va e non la spegne. Probabilmente crede che non sia roba sua. Invece lo è. Ma non solo, è anche roba mia, e la pago. Perché quando arriva la bolletta condominiale pago tutta l’energia elettrica che la persona in questione ha sprecato. Per pigrizia, per superficialità. La cosa, ovviamente, mi rode per principio.
E allora il pensiero della “cosa pubblica” è stato automatico.
Ancor prima di riuscire a formulare esempi di come la cosa pubblica sia considerata di “nessuno” e quindi soggetta a abusi, sprechi o incuria, ho trovato per terra un volantino che vi riassumo:
“In questo anno scolastico noi studenti della Scuola Media Bitossi abbiamo preso coscienza delle principali cause di degrado nel nostro quartiere e nella città. Desideriamo dare ai cittadini alcune informazioni sul problema del VANDALISMO. Gli atti vandalici costituiscono un notevole onere per la comunità che si deve impegnare economicamente per risanare i manufatti danneggiati. In un anno il Comune di Roma ha speso 7 milioni di euro per riparare questi danni, sottraendo queste risorse al miglioramento della qualità dei servizi ai cittadini. Questi soldi non scendono dal cielo ma sono i nostri soldi, i soldi di tutti i cittadini!
Un particolare problema è costituito da chi IMBRATTA muri e anche monumenti. Per chi imbratta i monumenti (che sono il nostro patrimonio artistico) la sanzione va da 80 a 500 euro. Pulire un metro quadrato di muro costa tra 40 e 60 euro. Guardiamo come sono ridotti i muri del nostro quartiere e calcoliamo quanto ci costerebbe ripulire tutto. Il vandalismo è uno schiaffo alla nostra città. Grazie per avermi letto, e per favore, se mi trovi per terra, buttami in un cestino.”
Questo volantino rappresenta una lezione di educazione civica che dei ragazzini delle medie danno a noi adulti. Giacché mi sembra molto eloquente, rimando ad un altro post altri esempi di malcostume.
E allora il pensiero della “cosa pubblica” è stato automatico.
Ancor prima di riuscire a formulare esempi di come la cosa pubblica sia considerata di “nessuno” e quindi soggetta a abusi, sprechi o incuria, ho trovato per terra un volantino che vi riassumo:
“In questo anno scolastico noi studenti della Scuola Media Bitossi abbiamo preso coscienza delle principali cause di degrado nel nostro quartiere e nella città. Desideriamo dare ai cittadini alcune informazioni sul problema del VANDALISMO. Gli atti vandalici costituiscono un notevole onere per la comunità che si deve impegnare economicamente per risanare i manufatti danneggiati. In un anno il Comune di Roma ha speso 7 milioni di euro per riparare questi danni, sottraendo queste risorse al miglioramento della qualità dei servizi ai cittadini. Questi soldi non scendono dal cielo ma sono i nostri soldi, i soldi di tutti i cittadini!
Un particolare problema è costituito da chi IMBRATTA muri e anche monumenti. Per chi imbratta i monumenti (che sono il nostro patrimonio artistico) la sanzione va da 80 a 500 euro. Pulire un metro quadrato di muro costa tra 40 e 60 euro. Guardiamo come sono ridotti i muri del nostro quartiere e calcoliamo quanto ci costerebbe ripulire tutto. Il vandalismo è uno schiaffo alla nostra città. Grazie per avermi letto, e per favore, se mi trovi per terra, buttami in un cestino.”
Questo volantino rappresenta una lezione di educazione civica che dei ragazzini delle medie danno a noi adulti. Giacché mi sembra molto eloquente, rimando ad un altro post altri esempi di malcostume.
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