A Bergamo spunta una culla riscaldata
Da domenica sul cancello del Monastero Matris Domini, situato nel centro della città, ci sarà una culla collegata ad un sensore, che consentirà di chiamare il 118 e trasferire il neonato agli Ospedali Riuniti
BERGAMO - Mai più bambini abbandonati nei cassonetti della spazzatura. Da domenica 4 febbraio a Bergamo sul cancello del Monastero Matris Domini, situato nel centro della città (in via Locatelli, 61) ci sarà una culla riscaldata, collegata ad un sensore che consentirà di chiamare il 118 e trasferire il neonato agli Ospedali Riuniti. "Abbiamo dato la nostra disponibiltà perché è un modo concreto per difendere la vita", afferma suor Antonella Sana. L'iniziativa è nata dalla collaborazione tra l'Associazione italiana donne medico di Bergamo, Soroptimist, Centro aiuto alla vita, Movimento per la vita e Avis. La "culla per la vita", così è stata chiamata, non è altro che un cilindro orizzontale con due aperture: una verso la strada e l'altra all'interno del monastero. Quando il bambino viene adagiato nella culla, un allarme scatta al 118 e all'interno del convento. "In questo modo sarà possibile assistere il bambino nel giro di pochi minuti -afferma Barbara Giussani, dell'Associazione donne medico- Purtroppo nel 2006 a Bergamo vi sono stati tre casi di abbandono di neonati e due sono morti".
La "Culla per la vita" fa parte di una campagna informativa più vasta rivolta alle donne perché non abbandonino il figlio appena nato: "Abbiamo stampato numerosi volantini in più lingue in cui spieghiamo che una madre ha diritto di partorire in ospedale e non riconoscere il figlio - spiega Barbara Giussani- Inoltre diamo pubblicità del numero verde SOS Vita 800813000, aperto 24 ore su 24, al quale si possono rivolgere per chiedere aiuto". Le stesse informazioni dell'opuscolo il Comune di Bergamo le stamperà su pannelli che verranno installati nelle zone della città più frequentate dalla prostitute.
(Fonte: Redattore Sociale)
E' necessaria una dose maggiore di informazione alle donne. Devono sapere che è possibile partorire in ospedale, in sicurezza, in totale anonimato e lasciare li il bambino dove sarà la struttura ad occuparsene e ad avvisare i servizi sociali in modo che gli si trovi una famiglia. La legge tutela questo diritto delle donne. Ma molte non lo sanno oppure hanno ancora paura e abbandonano i figli mettendone a rischio la vita. Se proprio non volete partorire in ospedale almeno lasciate queste creature sui banchi di una chiesa. Non condannateli a morte. C'è qualcuno pronto a crescerli con amore. Perchè togliere loro questa possibilità?
Da domenica sul cancello del Monastero Matris Domini, situato nel centro della città, ci sarà una culla collegata ad un sensore, che consentirà di chiamare il 118 e trasferire il neonato agli Ospedali Riuniti
BERGAMO - Mai più bambini abbandonati nei cassonetti della spazzatura. Da domenica 4 febbraio a Bergamo sul cancello del Monastero Matris Domini, situato nel centro della città (in via Locatelli, 61) ci sarà una culla riscaldata, collegata ad un sensore che consentirà di chiamare il 118 e trasferire il neonato agli Ospedali Riuniti. "Abbiamo dato la nostra disponibiltà perché è un modo concreto per difendere la vita", afferma suor Antonella Sana. L'iniziativa è nata dalla collaborazione tra l'Associazione italiana donne medico di Bergamo, Soroptimist, Centro aiuto alla vita, Movimento per la vita e Avis. La "culla per la vita", così è stata chiamata, non è altro che un cilindro orizzontale con due aperture: una verso la strada e l'altra all'interno del monastero. Quando il bambino viene adagiato nella culla, un allarme scatta al 118 e all'interno del convento. "In questo modo sarà possibile assistere il bambino nel giro di pochi minuti -afferma Barbara Giussani, dell'Associazione donne medico- Purtroppo nel 2006 a Bergamo vi sono stati tre casi di abbandono di neonati e due sono morti".
La "Culla per la vita" fa parte di una campagna informativa più vasta rivolta alle donne perché non abbandonino il figlio appena nato: "Abbiamo stampato numerosi volantini in più lingue in cui spieghiamo che una madre ha diritto di partorire in ospedale e non riconoscere il figlio - spiega Barbara Giussani- Inoltre diamo pubblicità del numero verde SOS Vita 800813000, aperto 24 ore su 24, al quale si possono rivolgere per chiedere aiuto". Le stesse informazioni dell'opuscolo il Comune di Bergamo le stamperà su pannelli che verranno installati nelle zone della città più frequentate dalla prostitute.
(Fonte: Redattore Sociale)
E' necessaria una dose maggiore di informazione alle donne. Devono sapere che è possibile partorire in ospedale, in sicurezza, in totale anonimato e lasciare li il bambino dove sarà la struttura ad occuparsene e ad avvisare i servizi sociali in modo che gli si trovi una famiglia. La legge tutela questo diritto delle donne. Ma molte non lo sanno oppure hanno ancora paura e abbandonano i figli mettendone a rischio la vita. Se proprio non volete partorire in ospedale almeno lasciate queste creature sui banchi di una chiesa. Non condannateli a morte. C'è qualcuno pronto a crescerli con amore. Perchè togliere loro questa possibilità?
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