venerdì 26 gennaio 2007

Siamo sicuri che la pazza sia la mucca?


La notizia è passata relativamente sotto silenzio ma mi preme portarla alla Vostra attenzione:
il 29 dicembre 06 giornali e tg annunciano che la FDA (l’ente americano di controllo su farmaci e alimenti) ha stabilito che non ci sono rischi per la salute umana mangiando carne di animali clonati e quindi entro 90 giorni carne, latte e uova derivati da questi animali potrebbero essere messi in commercio “senza che ciò sia indicato sulle etichette”. Ora, io credo che la parola “assurdo” sia anche troppo poco per una simile decisione e vorrei sapere quali studi sono stati fatti e per quanto tempo per affermare che non ci siano problemi neanche a lungo termine. Inoltre mi chiedo la ragione di usare carne di animali clonati, la cui clonazione credo abbia anche un certo costo. Insomma, alla faccia del principio di precauzione, ossia che nel dubbio, meno o niente è meglio.
E voi, sareste tranquilli a mangiare carne di animali che, poveretti, nella loro vita (più breve della media) hanno un alto rischio di abortività e nascono spesso con gravi malformazioni?
Fare la spesa al banco carni deve diventare una roulette russa? Vince chi becca la carne normale, che sarà pure piena di antibiotici e steroidi, ma vuoi mettere?


Rapporto preliminare della "Food and Drug Administration"
«Magiare carne clonata non fa male»
Tra 90 giorni possibile il via libera alla vendita negli Usa senza etichette che specifichino il tipo di provenienza
WASHINGTON - Il consumo di carne e latte degli animali clonati, pecore a parte, non comporta alcun rischio per la salute umana. Lo ha stabilito, in un rapporto preliminare che non mancherà di suscitare polemiche, l'agenzia statunitense per la sicurezza alimentare, la Food and Drug Administration (Fda). Questi prodotti possono quindi essere venduti senza che sulle etichette sia esplicitamente indicato da dove provengano. «Nessun rischio per il consumo umano è stato identificato nei bovini, nei maiali e nelle capre», si legge nella bozza di relazione della Fda. Per ora però sui banchi dei supermercati americani ancora non arriveranno prodotti di animali clonati. L'agenzia deciderà se dare il via libera definitivo alla vendita dei prodotti del bestiame concepito in laboratorio come «fotocopia» degli originali solo dopo un periodo di valutazione, aperto a pareri esterni, di 90 giorni.
LE CRITICHE - I gruppi a difesa dei consumatori hanno immediatamente criticato l'annuncio. Oltre il 60% degli americani, hanno sostenuto, è contrario alla clonazione animale e non comprerebbe carne e latte di animali clonati anche se il governo sostenesse l'assoluta mancanza di rischi. «Pensiamo si tratti di una pessima decisione», ha detto Carol Foreman, della Federazione dei consumatori americani, e ha chiesto a tutti «di scrivere alla Fda e ai membri del Congresso per ottenere la revoca del provvedimento».
GLI STUDI - Per Foreman il governo ha ignorato gli studi secondo cui le gravidanze dei cloni spesso finiscono con un aborto e che molti degli animali nati sono deformi e non sopravvivono a lungo. La Fda ha spiegato che l'esclusione dalle pecore dalla lista del bestiame clonato sicuro non è dovuta alla scoperta di elementi negativi ma alla mancanza di dati sufficienti per esprimere un giudizio definitivo sugli ovini. Al momento esistono negli Usa circa 150 capi di bestiame clonati, replicando copie esatte degli esemplari migliori sia per la produzione di carne sia per quella di latte. Le compagnie che hanno investito in questa tecnica non sono molte e tutte attendono il via libera definitivo della Fda per avviare la produzione di animali clonati su base commerciale.
29 dicembre 2006

(Fonte: Corriere della Sera)

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