mercoledì 31 dicembre 2008

La signora delle tovaglie



C'era una volta una villa immersa tra i mandorli e gli aranci, poco lontano da Modica e Noto, nella culla del barocco. Una villa piena di luce e di sole, piena di risa e di divani bianchi, riscaldata da camini sempre accesi e rischiarata nelle zone di ombra da ortensie azzurre coltivate con amore. Quattro bambini rallegrano l'atmosfera, una principessa alta e ormai slanciata, nel suo abito bianco e le scarpette di vernice, nei capelli schiariti dal sole un mazzetto di fiori di zagara. Guarda i fratellini che giocano sul prato. La mamma ricama in giardino, sdraiata sul divano di ferro battutto, l'Avvocato prende il caffè e legge il giornale. Ai bambini bada una tata affettuosa, e sulla mamma veglia attenta la Signora delle Tovaglie, speciale custode dell'ordine casalingo, detentrice delle chiavi delle vetrine dove riposano i lini e i broccati, le sete e i cristalli di famiglia. Intorno al camino cuori ricamati e imbottiti con le iniziali dei bambini (G, J, AV, H), e un centrotavola di agrifoglio vero, profumato. Centrotavola di cannella e bacche raccolte nel bosco vicino alla villa quanto i bambini sono tornati tutti ghiacciati, i nasini rossi e la manine blu. Dalla cucina arriva il profumo dei biscotti appena sfornati. Intanto sul fuoco si prapara calma la cena di Natale su una tavola bianca e argento sfavillante di cristalli che lanciano i bagliori di luce riflessa dalle candele. Tutto è al suo posto per la notte più magica dell'anno. In questa casa c'è tutto ciò che serve. C'è l'amore di una famiglia unita. E io spero tanto non sia solo una favola.

L'orso custode se ne va

Bellissimo e candido ha finito il suo lavoro e lascia questa casa proprio l'ultimo giorno di questo difficile e intenso 2008. Lascia l'incarico. Troppo complessa questa casa, troppo affollata questa famiglia. Troppo lontani i suoi interessi di orso. Non ce l'ha fatta e ha rassegnato le dimissioni. Ne ha diritto anche se io sono ancora qui a chiedermi perchè. Gli orsi con le ali non parlano molto e non danno spiegazioni e quindi sono andata a letto con un gran mal di testa arrovellandomi i neuroni su un 'perchè' che forse non avrà risposta. Quando un orso bussa alla porta lo facciamo entrare, gli offriamo miele e coccole, un posto d'onore sul divano, tenerezze e compagnia. Ma non tutti gli orsi sono uguali. Questo è stato generoso, ha dato il suo aiuto, ha dispensato denaro, regali, tempo rubato alle pratiche per correggere un libro di chirurgia plastica. Non posso lamentarmi di questo. Ma tra me e l'orso mancava un dialogo, mancava un filo che ci tenesse uniti tra un incontro e l'altro. Me ne ero accorta da tempo ma speravo che l'affetto potesse colmare i limiti della distanza. Credevo, avevo fiducia che l'amore potesse superare gli ostacoli. Ma è ora che cresca e impari anche io, alle soglie dei 40 che gli orsi bianchi con le ali non esistono se non nella mia fantasia di bambina ferita.

lunedì 29 dicembre 2008

La libellula di Luciano


Ecco, voglio essere questa, leggiadra e celeste, violetta e lavanda, leggera di acqua e colore. Voglio volare via e librare in alto, libera da lacci e catene, da quel senso del dovere che mi opprime. Per i primi 20 giorni di gennaio sarò così, svolazzante tra gli ultimi impegni sospesi, mano nella mano con la mia piccola creatura Gommosa, ala contro ala per insegnarle a volare. Con l'augurio che sia più leggera di me.

Piangere fa bene, anche agli uomini.


POSSONO essere lacrime di dolore, di gioia o di sollievo. Oppure si può stare male e tenere tutto dentro, prolungando i tempi del malessere ma senza che nessuno se ne accorga. Eppure basterebbe lasciarsi un po' andare e sfogare le forti emozioni in un pianto liberatorio per stare meglio perché piangere non è da deboli e può anche fare bene. A sostegno di quello che molti avevano già intuito o provato con l'esperienza arriva ora una ricerca condotta da Jonathan Rottenberg, assistente di psicologia alla University of South Florida di Tampa, uno dei pochi scienziati che si sia concentrato su una materia così difficile da studiare. "La capacità di piangere fa parte dell'essere umano", ha puntualizzato Rottenberg, "il pianto ci accompagna durante tutta la vita, da quando siamo bambini ai momenti cruciali dell'età adulta come matrimoni, nascite, lutti". Non esiste molta letteratura medica sul tema, spiega Rottenberg, perché la maggior parte degli studi si è concentrata sul pianto in età infantile. Perciò lo studioso ha avviato un progetto con i colleghi Lauren M. Bylsma e Ad J.J.M. Vingerhoets della Tilburg University in Olanda per capire se piangere faccia bene anche agli adulti. I risultati sono pubblicati dalla rivista Current Directions in Psychological Science e la conclusione è che in molti casi il pianto "guarisce". La ricerca si basa su un sondaggio condotto tra oltre tremila persone in 30 Paesi. Il 60-70% dei partecipanti ha risposto di essersi sentito meglio dopo aver pianto e solo un decimo ha riferito che le lacrime hanno peggiorato la situazione. Secondo gli scienziati, una spiegazione può essere che chi piange attira l'attenzione su di sé, spingendo alla soluzione del problema. "Questo è vero soprattutto per gli uomini. Se un uomo piange, vuol dire che la situazione è grave", ha spiegato Rottenberg, "allora siamo spinti a riflettere e a cercare una soluzione".
Perché gli uomini piangono meno delle donne? "La differenza non si nota da bambini, ma da adulti", ha osservato lo studioso, "e quindi è culturale: agli uomini viene insegnato che non è da maschi piangere. Non c'è niente di più sbagliato", ha aggiunto però Rottenberg: "A un funerale, a una nascita, a un matrimonio anche un vero uomo può concedersi le lacrime".


(Fonte: La Repubblica )

martedì 23 dicembre 2008

Sarò un'apetta operosa




E spero di cominciare già il 25 e il 26. Aspetto poi nuovi schemi dalle mie nuove amiche di blog, che anzi devo aggiungere agli 'amici' di Sesto Potere. I lavori eseguiti saranno poi postati sul blog dei lavoretti: www.qualcosadiviola.blogspot.com lo conoscete? E' il brutto anatroccolo della famiglia, quello trascurato, al quale però voglio bene lo stesso.


Conto alla rovescia

Mancano solo 24 ore e io sono in alto mare. Domani sera è GIA' la vigilia e io non ho fatto la spesa, in compenso però ho già pensato il menu e ho le idee piuttosto chiare. Certo, ho ancora dei giretti, ma se riesco ad andare al lavoro il minimo indispensanbile, forse riuscirò a sfamare la famiglia in tempo con il giusto relax. Non so cosa indosserò domani sera, mi piacerebbe una chicchissima tuta di ciniglia bianca da accostare ad un lungo cardigan di cachemere bianco. Voglio essere la regina della neve. La tavola? ovviamente bianca. Si, ce la posso fare!

Il primo progetto col feltro


Il cuore di Natale


Comincerò così...

Il nuovo anno lo voglio cominciare con l'ago in mano a ricamare placida sulla chaise longue del divano questo pannello per la Gommosa. Un inizio calmo, in totale relax, prima di ingranare la marcia e partire per la prossima avventura. E poi, qualche altro lavoretto da cominciare quest'anno e finire il prossimo. E auguri e domani la fila per comprare il pesce e le tartine al salmone, e che pizza che con il pesce non me la cavo benissimo. Comunque ci saremo, quelli che ci devono essere e forse scarteremo i regali il 25 perchè senza la zia Dany e nostra Madre da Trani, beh non c'è proprio gusto. E se lo dice la Gommosa, c'è da crederci.

lunedì 22 dicembre 2008

Widget

Cambiare vita?











Credo che ognuno di noi ci abbia pensato almeno una volta. Cambiare vita, mollare tutto, virare a 360 gradi. Mi mancherebbe il giornalismo? Potrei scrivere per diletto, in maniera meno strutturata. Da ieri rifletto e fantastico. Potrei andare a vivere in campagna? Avere un negozietto-laboratorio creativo dove riunire idee e talenti, quelli di mamma e la zia Manja in primis. Cercare e ordinare oggetti e lavori dall'estero e dalle amiche di blog a cui vorrei dare una vetrina. Un esperimento. Un anno sabbatico e folleggiante di stoffe e feltri colorati, di disegni e progetti. Una strada carina e un negozietto candito. Non ho una lira di risparmi. Come fare? Trovare un finanziatore che sia disposto a rischiare? Ma ho capacità imprenditoriali? Non so, ma è un sogno bello. Mi vedo con le creazioni delle mie amiche al collo, i grembiuloni americani, le stoffe multicolori. Perline ovunque, i cappelli della mamma, la collezione di asciugamani e quella di sciarpe. Una minuscola impresa familiare gestita come una azienda, con le collezioni e perchè no, le sfilate. Ho un anno per giocare all'imprenditrice? Ho un'altra vita da spendere? Ragazze, mi avete fatto venire voglia di trasferirmi a Villa Viola, di allestire la casetta come un laboratorio, di comprare una mucca e scavare una piscina, di avere due cavalli e cavalcare nel bosco, coltivare l'insalata e avere le uova tolte da sotto al sedere di qualche gallina pelosa e arruffosa. Un sogno bellissimo. Che faccio?

domenica 21 dicembre 2008

Test




You Are Dependable and Trustworthy



You approach the holidays with drive and determination.

You're usually the one who does all of the organizing and work.



You love being in charge of Christmas dinner, decorating the tree, and picking out presents.

You know that everything will be perfect, as long as you're the one behind the wheel.



Of all the types, you're the most likely to search far and wide to find the best deal on the gifts you give.

You're also the most likely to have a very detailed system for how you wrap and label presents.



Ci ha azzeccato in pieno!

Un 2009 pieno di.... cuore!







La regina di cuori sarò, e ne sarò piena d'intorno, e circondata. Comincerò da morbidi cuori di stoffa da trapuntare a mano, e cuori grigi a cui accostare filo da ricamo rosso cardinale. E fiocchi e trine e bianco ovunque e mille cuori che mi sorridono. Sarà un anno speciale, già lo so e lo voglio festeggiare già da Primo gennaio con ago e filo in mano e lana morbida che scorre sui ferri e piccoli bordi da aggiungere per ingentilire. Voglio festeggiare il nuovo anno con muffins di mela e di cannella e arance in cui ho docilmente infilzato di chiodi di garofano. Voglio che gli amici siano intorno a questo nido che amo e in cui mi sento amata, perchè è la mia casa, qui si vede in trasparenza il mio cuore. Qui c'è l'acqua sul fuoco, bollente, per un the per chi abbia bisogno di essere ascoltato, e fazzoletti candidi per le lacrime che cadono senza volere. Qui ci sono grida di bambine e non importa chi le abbia partorite perchè le sento tutte mie e mi aprono il cuore quando mi chiamano Zia Jo. Qui voglio che anche tu ti senta a casa perchè tutti abbiamo bisogno di un posto dove andare e soprattutto dove tornare. Buon 2009

Idee per Natale, addobbi e co.











Oggi sono andata in cerca di idee senza nemmeno uscire di casa, una pacchia. Ho navigato placidamente nelle acque del blog e la pesca è stata ricca, ricchissima, idee,suggerimenti, ispirazioni, progetti che non vedo l'ora di cominciare (qualcosa anche sul mio blog orfano www.qualcosadiviola.blogspot.com). Sarà un Natale bianco e argentato. E il 2009 come lo voglio?

Girovagando..la casa di Peggy


Oggi mi sono dedicata alla scoperta dei blog amici dei blog amici ed ho scoperto decine di artiste e di donne di ogni età che si dedicano alle loro passioni: chi il ferltro, chi il ferro. Due mi sono piaciute in particolare, perchè mi somigliano nei gusti, una è di certo Peggy e la trovate all'indirizzo http://lamaisondepeggy.canalblog.com/ in francese. Peggy adora il bianco e lo stile Shabby e quindi con piacere segnalo il suo blog. Inoltre come me adora e propone spesso le libellule, insetti eterei ed evanescenti dal fascino assoluto. Passate da lei e se lasciate un commento dite che vi mando io.

Gli auguri...celesti


La mail a babbo@natale.it


Caro Babbo Natale,
ti confesso che credo di non aver mai scritto a te.. quand'ero piccola, forse, qualche letterina devo averla mandata a tua moglie la Befana... che vuoi fare, allora c'era il patriarcato e l'unico modo per le donne di avere una parvenza di potere era quella di rivolgersi almeno una volta all'anno a un'altra donna, pur anzianotta e dall'immagine non proprio affascinante, per ottenere qualcosa di carino senza bisogno di interventi maschili!!!!
Ora però c'è la parità ed è anche tenero rivolgersi al buon nonno che tutto capisce e intuisce.... pur essendo un uomo!!! Ed ecco che ti scrivo, cogliendo il suggerimento della mia tenera amica che è una 'tosta' (e anche un po' orsacchiota 'furbacchiona') ma ha un cuoricino tanto dolce e buono! Sai, lei il suo cuoricino morbido morbido non può facilmente tirarlo fuori... la vita è dura e lei è sola a combattere ogni giorno... Allora sai che ti dico? Per quest'anno il dono che ti chiedo è di starle vicino, darle una mano, aiutarla a spianare la strada che ha davanti e, magari, falle trovare anche un bell'uomo, un uomo con la U maiuscola e bello soprattutto dentro! Che sia per lei un appoggio vero, una sponda, che le dia tanto calore e gioia... E' vero che c'è la parità... ma per essere pari bisogna essere in due, no?, se no si è dispari!!!
Grazie Papà Natale e tanti auguri!!!
a-m ;-))


Grazie mamy! (la Mason)

Candy Candy: il flash



Ma che siete matte? Con la faccenda del Candy della Maga Giò, cercando una immagine mi sono imbattuta nella ossessione della mia infanzia. La mitica e magica Candy Candy. Io sono stata selettiva anche da piccola e ho concesso la mia passione a pochissimi personaggi: Heidi (perchè ho vissuto in montagna quasi come lei), Goldrake (perchè ero segretamente innamorata di Actarus e ancora mi sento una deficiente all'idea di aver avuto una cotta per un cartone animato), infine Candy Candy. Il resto non esisteva. Ma in qualche modo avevo dimenticato la mia eroina che avevo imparato anche a disegnare. Chissà dove è finito l'album di figurine. Quando ho messo a posto la cantina di casa di mamma non l'ho trovato. Grande cruccio questo, che fa il paro come quando per sbaglio fu buttata nella spazzatura la grande busta di plastica bianca in cui tenevo TUTTI i vestiti delle Barbie. Poi parlano di Disturbo post traumatico da shock, io ci avrò messo due mesi per riprendermi dal trauma, al confronto l'abbandono di mio padre era una quisquilia. In realtà credo di aver perso le cose che amavo di più, tra cui il mio cane di peluche, Pochotto, dimenticato su un treno e mai ritrovato. Ho imparato a non soffrire troppo, anche se ci ho messo 39 anni: due settimane fa ho perduto il terzo braccialetto di Tiffany, quelli argento con la scritta Return to Tiffany. Devo chiedere se almeno uno dei tre li hanno trovati loro. Comunque io il quarto non lo compro. Vedi un po'.


Tornando a noi: vi prego ditemi se anche per voi Candy Candy è stata una dolce ossessione infantile, altro che quel trans di Lady Oscar, bona si, ma priva di quella dolcezza che faceva di Candy un vero...zuccherino.

Il Candy della Maga Giò




Ho una nuova amica di Blog, perchè in questo universo parallelo ci si sceglie così, di istinto, lei scrive di lupi che passeggiano per Alberobello e io mi emoziono, allora commento e le dico: passa da me. E lei mi linka e mi invita: partecipi al Candy? E io che non so cosa sia ma mai che mi tiri indietro, accetto.


E allora visto che 'due gusti, due baci' eccomi a fare una pubblicità al suo blog, a lei e al suo libro che spero di vincere.


Lei è LA MAGA GIO' e risponde all'url www.lamagagio.blogspot.com . Lei vi aspetta per partecipare al Candy, io attendo che qualcuno partecipi al sondaggio postato stanotte. Cosa aspettate????

Caro Babbo Natale


Caro Babbo Natale,

sarà che faccio il compleanno a fine novembre ma a fine dicembre non so più cosa voglio. Siccome però mi sollecitano liste e richieste ecco una piccola lista di quello che mi piace e che desidero. Nella foto in alto potrai apprezzare una deliziosa gabbia in ferro battuto esagonale, costa 45 euro e si compra da C'Art a via del corso. E' bellissima e se riesci a superare il muro umano che divide l'oggetto dalla cassa mi piacerebbe metterla a casa insieme alle altre gabbiette.

Se non ti piace, vorrei il profumo Gucci by Gucci DA UOMO. Mi sta benissimo e da sola i 53 euro del 50 ml non li spendo nemmeno morta, quindi vedi se me lo puoi portare tu.

Se hai qualche disponibilità in più vai pure nel mio negozio preferito: Louis Vuitton e prendi per favore l'Alma in pelle Epi color cassis (c'è anche viola ma è un po' troppo vistosa) e ti prego di apprezzare che non ti chiedo l'alma in vernice viola che costa un casino (CAP).
Oppure se tieni al mio aspetto fisico non mi dispiacerebbe un tapis roulant per il cardiofitness. Camminare mi piace e anche alla Gommosa. Con un 700 euro te la dovresti cavare, mica pretendo quello della Technogym...
Infine ti ricordo che ancora non ho un decente tavolino da salotto e che a Via Marcantonio Colonna nel negozio di oggetti belli c'è quello che mi piace che ci darebbero a 500 euro in offerta.
Last but not least, la cornice per il caminetto, fissazione da anni. Ma forse ci sono cose più importanti. La pace nel mondo (la chiedono tutti ma non la porti mai), più giustizia (ma questa la devo chiedere ad Angelino), più serenità (faccio da me, grazie ), lavorare di meno e guadagnare il triplo (dovrà provvedere Pulazzini). Insomma, tu porta oggetti che al resto penso da me. :)


Non ho resistito

Con la scusa di un cambio ho ceduto miseramente alla ballerina di cavallino. Ho preso quella zebrata che mi sembrava più dicreta (pare vero) ed ha avuto un grande successo. Erano anni che la cercavo e adesso ho già la tentazione di avere anche quella a macchie di leopardo. Una piccola frivolezza nel mio look nero bianco e grigio. Le ballerine migliori al miglior prezzo e qualità sono quelle in Via della Croce, il negozio si chiama Harriers. Le fanno fare in un laboratorio artigiano nelle Marche che ne produce 40 paia al giorno. Negli anni hanno aumentato i colori, hanno aggiunto quelle con la punta lucida e prima o poi li convincerò a fare una serie limitata col bicolore. Intanto mi godo le mie scarpette 'pedonali' come le ha definite qualcuno. Comodissime e assoltamente trendy.

Orsi ovunque

Sono l'incubo dell'Avvocato che forse non ha avuto una infanzia e la nostra gioia che forse dall'infanzia non siamo mai uscite completamente. Gli orsi li abbiamo in casa, nei letti, e li mettiamo anche sulle torte rustiche e su quelle dolci. Abbiamo formine a forma di orso, sondaggi con gli orsi, dormiamo come orsi e i migliori amici di pezza della Gommosa sono... vabbè è ovvio, ORSI. L'Avvocato non ne può più, ma si dovrà abituare.

Giacchè sognare è gratis

Ho immaginato per qualche minuto di essere una cronista del Tribune, la storica testata di Chicago, sede prestigiosa in pieno centro della città, edificio granitico come la tradizione di questo giornale. Il mio piccolo sogno segreto è quello di vivere sei mesi negli Stati Uniti, di fare una esperienza all'estero, di vivere nel paese che ha dato i natali a mio padre. Chicago è fredda nel clima, ma calda nell'intimo. La gente parla con te anche ai semafori. Una signora mi raccontava che il marito faceva di cognome Caruso. Negli Stati Uniti sono sempre pronti a darti una mano, sono aperti, disponibili, sorridenti. E' un paese strano in cui tento di tornare almeno una volta l'anno. Mi approprio, in quei pochi giorni, di una identità diversa, di radici trascurate che tento di restaurare. Mi sento americana anch'io, in fondo. Nel mio sangue scorrono anche quei minuscoli fiocchi di neve che mi incantano.

Pretzel o bretzel

Americani? No in realtà sono europei, tedeschi in particolare. Poi sono espatriati e negli Stati Uniti si sono trovati bene e hanno messo radici. Io appena arrivo mi cibo di pretzel, i migliori di Chicago sono quelli appena fatti del chioschino nella Water Tower, credo sesto piano. Morbidi, caldi, serviti con una crema di formaggio gialla. Quelli del congresso erano un po' più stoppacciosi, ma bisogna sapersi accontentare, ringraziamo il cielo di essere riuscite a mettere qualcosa sotto ai denti. Sono capace di fare colazione con un pretzel, pranzare con un pretzel, cenare con un pretzel. Quando mi piace tanto qualcosa divento monotematica e integralista. Ora la sfida è riuscire a farli in casa, qui a Roma. I pretzel non sono facili: bisogna azzeccare la consistenza della pasta, buttarli per qualche secondo in acqua bollente e poi metterli nel forno dopo averli cosparsi generosamente di granelli di sale. Il resto è profumo e godimento puro e assoluto. Potrebbe anche essere che oggi qui si faccia un tentativo... sarete tenuti al corrente.

Marissa, la mia amica di cachemere

Io e Marisa siamo amiche da tre anni. Io le voglio molto bene perchè è una persona sensibile e speciale. Quest'anno ho scoperto doti ulteriori, una attività di beneficienza, il suo sostegno agli svantaggiati, la sua ospitalità genuina. Non capita spesso che una persona che conosci per lavoro ti inviti a casa sua. La stanza di Federica che ora abita altrove è pronta per me e Puffy. Con Marisa parliamo di tutto, di lavoro, di rapporti, di shopping. E' straordinariamente positiva e comprensiva e anche se non la sento spesso nutro per lei un affetto profondo. Ora poi siamo amiche di cachemere e possiamo andare in giro con lo stesso cappellino di maglia grigia. Franco, mancavi solo tu!!!

Delizie francesi in Usa: l'aglio cotto

Al Bistrot francese dove andiamo io e Marisa una cosa che non manca mai è l'aglio cotto. Una delizia francese che gli americani (e non solo) apprezzano moltissimo. Si spalma su piccole fette di pane nero e burro ed è BUONISSIMO. Non lascia un saporaccio e si riesce anche a digerire. Altra cosa che ci piace molto è il carciofo al brie, mentre non siamo riuscite a mangiare la New York steak anche se eravamo così stanche che non ci è importato poi così tanto. Quando sei tonto di sonno succede. E' stato bello andare a cena io e lei. Una cenetta tra vecchie amiche, per raccontarsi le ultime novità, i progetti e le speranze. Per parlare delle nostre figlie anche se Federica ha 30 anni e la Gommosa solo 9. Per confrontarci su mariti e fidanzati, tanto le questioni sono le stesse ad ogni età. Una cena rilassante e poi a nanna. E rubare la ricetta dell'aglio per provare a rifarla in Italia e sentirsi di nuovo al Bistrot.

A spasso nella città di Obama (e la mia)







Il miglio ...magnifico


E mica lo hanno chiamato Magnifico così, tanto per dire. Un miglio ossia circa un chilometro e seicento metri di negozi, da Tiffany a Crate & Barrel, dalla libreria Borders all'immancabile Victoria's Secret. E poi Louis Vuitton e Sacks, il grande magazzino dove le borse di Prada da 1300 dollari le tengono buttate su un tavolo come se fossero fondi di magazzino da svendere. Incredibile città messa a festa ma ancora sofferente delle crisi economica. Ho preso sotto braccio una signora anziana e abbiamo attraversato la strada insieme, temevo potesse ruzzolare sul ghiaccio. Mi ha sorriso e ringraziata, se lo fai a Roma temono tu le voglia rubare la borsetta. Nonostante tutto questo è un paese che ha fiducia, che alle volte la ripone male ma che crede. Questa è la sua forza.

Dolce e golosa città











La città regale