domenica 30 marzo 2008

Legge di Murphy: la scienza

Tutti conoscono quel fantastico libro, La legge di Murphy, dovuto ad un geniale umorista americano, Arthur Bloch, che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo
Bloch, lavorando di fantasia sulla figura di un ingegnere aeronautico che lavorò nella US Air Force negli anni '40, tale Edward A. Murphy Jr., personaggio ai limiti del leggendario, elaborò una specie di trattatello umoristico (ma in fondo neanche tanto) sulla cosiddetta 'sfiga', cioè sulla sfortuna, e sul perchè essa sembri accanirsi in certe occasioni, circostanze e individui.
In pratica tutto il libello di Murphy si ispira a una semplice regola: Se qualcosa può andare storto, lo farà.
Ora la notizia è che c'è qualcuno che ha preso l'operetta di Bloch molto sul serio, al punto di farne un libro di divulgazione scientifica.
Richard Robinson, illustre divulgatore scientifico inglese, pubblica ora il libro: Perche' il toast cade sempre dalla parte imburrata? (Ediz. Mondadori, pag. 260 - euro 14), un volume che risponde alla convinzione comune che la sorte ci perseguiti, un tentativo di spiegare in modo razionale, attraverso i contributi della statistica, della neuropsicologia e della matematica, l'inesorabilita' imprevedibile della Legge di Murphy.
"Quando una legge di Murphy ci mette i bastoni tra le ruote, dovremmo ricordarci di quanto le cose ci vadano bene in tutte le altre circostanze", è in buona sostanza l'ottica di Robinson in questo libro.
L'autore spiega come alcuni meccanismi del cervello siano i principali artefici della nostra prospettiva sul mondo. L'amigdala, che presiede al controllo delle emozioni, spesso gioca con le nostre aspettative, insieme all'ippocampo, sede dei ricordi. Il cervello seleziona gli stimoli da ricordare, prestando attenzione ad alcuni eventi e non ad altri, ma non li ritiene tutti, tanti spazi vuoti sono riempiti da congetture.
La scienza ingenua, rappresentazioni della realta' che creiamo per interpretarla, spiegazioni semplici di cause e effetti, spesso e' in errore, vale a dire non pensiamo esattamente come dei calcolatori basati sulla logica deduttiva, non siamo solo degli elaboratori di informazioni. E i nostri lobi frontali non sono infallibili. Soprattutto quando arrivano all'animismo, pensando che le cose siano agenti attivi.
L'autobus arriva sempre quando stiamo tentando di raggiungere la prossima fermata, i momenti in cui aspettiamo qualcuno fuori dalla porta del bagno sono sempre interminabili, la fila che abbiamo scelto e' sempre la piu' lenta, l'acqua che guardiamo non bolle mai. Le emozioni sono l'ostacolo principale nel cammino verso la verita', dice la scienza pura. Ma l'incoerenza ci distingue, caratterizza la nostra umanita'. Riusciamo comunque a capire il mondo in cui viviamo, e in realta' la legge di Murphy interferisce solo in minima parte nella nostra vita.
Una legge che risiede tutta nella nostra testa: almeno questo è quel che sostiene Robinson !

(fonte: ansa)

Nessun commento: