mercoledì 19 marzo 2008

L'infinito


La felicità non è mica tutta rose e fiori. Lo so che sembra una contraddizione ma è così. In una vita normale la felicità ti sconquassa gli equilibri, ti costringe ad un adattamento. La felicità o insomma, l'estrema bellezza di un fatto è comunque un fattore di novità e, come tale, destabilizza. Per carità, ce ne fossero di momenti così, ma perchè non analizzare un po'.

Io quando sono così carica di emozioni ho sempre voglia e bisogno di camminare. Credo che inforcherò le scarpette, il pantalone bianco della tuta, il gilet che mi ha regalato John a Palermo (quello bello con la pelliccia sul collo) e mi farò tutta la Balduina sino in fondo a Via Ugo De Carolis. Una bella camminata che scioglie muscoli, tendini, articolazioni, apre i canali delle endorfine, libera i pensieri.

Alla felicità e alle cose belle devi fare spazio. Perchè altrimenti rischiamo di essere così presi dalle beghe di ogni giorno da non goderci nulla. E invece io questa primavera la voglio annusare sino in fondo, la voglio respirare a pieni polmoni con le sue promesse. Voglio dare a me stessa il tempo di sognare il prossimo, desiderato, agognato viaggio in Provenza. Darmi lo spazio mentale di immaginare il momento in cui mi rotolerò tra le violette appena spuntate in montagna, tra residui cumuli di neve.

Ho bisogno di stare col naso all'insù e un'espressione ebete a contare le nuvole, perchè tutto è cominciato tra le nuvole e io non me ne voglio perdere nemmeno mezza, e nessun colore del tramonto e nessuna sfumatura di rosso. Io da quell'aereo non sono scesa....sono ancora lì a contemplare la perfezione dell'assoluto, l'infinito e Dio sa quanto ne abbia bisogno.

Nessun commento: