martedì 26 giugno 2007

Giopà, un servizio per i papà separati e i loro bambini


GIOPA è l’acronimo del nome del servizio “ Il mio giorno con papà”.
Il nome vuole dare valore al tempo trascorso dai figli con la figura paterna, tempo sempre molto limitato, tanto più dopo le separazioni, ma di grande importanza per la storia di entrambi.
Il pronome mio rimanda al bisogno di possesso, ma anche ad una condizione ed emozione che sono riservate, personali, private ed intime, insomma in altre parole esclusive.


Il servizio GIOPA’


La prassi dell'affido condiviso presume, forse più di quanto richiesto dalla prevalenza di affidi monogenitoriali, l’ esistenza di servizi socioassistenziali competenti di appoggio alla famiglia, per interventi di chiarificazione, di supporto ed eventualmente anche più specificamente terapeutici.
Il progetto dell’Amministrazione Provinciale offre un aiuto ai padri separati o in fase di separazione a sostegno del ruolo e per facilitare l’acquisizione di competenze specifiche.
Il Giopà è un luogo dove papà e bambini possono stare bene insieme, dove possono giocare, parlare e condividere una condizione comune.
Il servizio è un’ esperienza pilota che vuole dare un aiuto concreto al padre, e più in generale ai genitori, in un numero limitato se consideriamo l’entità del fenomeno, ma significativo per sollecitare l’attenzione dei molti soggetti istituzionali e no che dovrebbero impegnarsi in tal senso.
Il servizio offre ai padri e ai loro figli uno spazio che li aiuta a riscoprire e ricostruire la loro relazione, un luogo di scambio tra pari ( le persone lo frequenteranno in piccoli gruppi) che valorizza il tempo trascorso insieme, in un’ottica di condivisione della responsabilità delle cure, lasciando anche la madre più libera di avere tempo per sé.
E’ un luogo che può favorire la riflessione sulla paternità e l’apprendimento di comportamenti, la rivelazione del gioco e di tutto quanto può facilitare la costruzione del legame.
Proprio per preservare l’importanza di questo incontro il servizio prevede alcune “regole” che lo definiscono: non è un luogo di diagnosi o di trattamento del conflitto di coppia, non è un luogo cui delegare anche per pochi momenti le cure del figlio, non è un luogo in cui parlare della separazione o dell’altro genitore.
I padri con i loro figli sono “padroni di casa”, quindi attivi e partecipi della conduzione, e gli educatori sono presenti per garantire il buon funzionamento e facilitare i momenti di gioco.
L’equipe del servizio è composta da due educatori, un’assistente sociale, una coordinatrice e un supervisore.


Si tratta di una interessante e soprattutto intelligente iniziativa del Comune di Milano per i papà separati e i loro bambini. Per ulteriori informazioni: Via Procaccini, 12 Milano

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