lunedì 18 giugno 2007

Te la sciolgo io, la cravatta, amore.......



Oddio, non mi ero accorta che fossero passate di moda e gli uomini in giacca e cravatta mi sono sempre piaciuti. Per la verità mi piace l'idea di spogliarli, di slacciare i bottoni uno per uno. L'uomo elegante ha un fascino particolare e di davvero eleganti ne ho conosciuti pochi. Uno tra tutti un chirurgo, anzi "il" chirurgo. Fondamentali anche le scarpe che devono essere classicissime, mai troppo a punta nè quadrate, lucide e perfettamente curate, così come le mani e le unghie. Apprezzo unghie perfette e mani morbide, abituate alla crema. E poi il dopobarba dal sottile odore di tabacco, di muschio, ma anche fresco. La camicia immacolata e fresca di bucato anche dopo 8 ore. La giacca avvitata e accostata al corpo. Zegna o Burberry. Non mi dilungherò sui calzini che devono essere solo blu o grigio scuro e leggeri, di filo di scozia o ovviamente lunghi. Ovviamente.


Roma, 17 giu . (Adnkronos) - Ritornano di moda le cravatte, accessori simbolo dell'eleganza maschile, un modo nuovo per confrontarsi con il partner, per comunicare, sollecitando dinieghi e promesse. Un linguaggio sottile, metaforico, può lanciare messaggi subliminali come rivelano stilisti, conduttori tv, direttori di testate giornalistiche, principi e dandy. Simbolo fallico, da secoli, soddisfa gusti e fantasie di uomini e donne.A tinta unita, regimental, a pois, versione trendy, si può stringere intorno al collo in 85 modi. A sbuffo, all'inglese, a bottiglia, windsor (invenzione attribuita a Eduardo VIII), onassis, prince alberty, chanel (debutto' sul grande schermo nel film diretto da Agatha Christie, 'Assassinio sul Nilo'), shrinker in omaggio al noto strizza cervelli Brain Shrinker. Al di là della letteratura visionaria legata alla cravatta (lord Brummel, dandy e meraviglioso esteta, non poteva farne a meno) , esiste un vero e proprio alfabeto, insospettabile, declinabile a seconda delle diverse situazioni. Specchio dell'uomo, della sua intimità più profonda, come rivelato da un incontro che si è tenuto a Milano, promosso da alcuni industriali. Un nodo enorme, esagerato? Fate molta attenzione. E' una persona con i suoi timori, ha paura di apparire, di svelarsi. Il nodo piccolo, arricciato, che fa qualche piega? Un uomo che freme, desideroso di incontri, esuberante, dal punto di vista emotivo. Se invece è molto stretto, piccolo, deforme, è un uomo di cui non bisogna assolutamente fidarsi. Ha remore, paure, reticenze soprattutto in fatto di sessualità. Se al contrario il nodo della cravatta è sollevato, si curva leggermente sul collo è qualcuno che sta andando a caccia... del gentil sesso. Eppure la cravatta è ancora oggi uno degli accessori più amati e odiati. Rappresenta l'eccessivo perbenismo, la classe, il rigore ostentato, la sicurezza, l'eleganza formale, desideri inconfessati e libertari, quando viene 'spodestata' dal proprio guardaroba. ''Non amo indossare le cravatte - confessa lo stilista Guillermo Mariotto - Le detesto, mi soffocano, una prigione, anche psicologica. E' come se fossi stretto da un cappio...''. ''Del resto la simbologia del nodo è ricca e sfaccettata. Soprattutto se è la donna a compiere determinati gesti - aggiunge Mariotto - Sarà lei a stringere la cravatta se vuole 'marcare' il terreno, dimostrare di aver conquistato finalmente il proprio compagno. Se poi è sempre lei a slacciare il nodo, il messaggio è fin troppo evidente. Un invito immediato a sciogliersi e a seguirla. Sono convinto comunque - spiega ancora - che per ogni uomo la cravatta sia un vero e proprio biglietto da visita. La cravatta stropicciata e sporca? E' sicuramente un uomo neglige'. Vuoi stupire? - aggiunge il direttore creativo di Gattinoni - Ci sono quelle di paillettes come le rock star, a fiori o con gli animaletti. Attenzione poi a metterle sul letto - conclude -Portano male. Le cravatte devono essere sempre appese''. Anche Roberto Cavalli dal suo atelier milanese confessa di non amare particolarmente le cravatte. Le indosso solo in alcuni occasioni, devo essere costretto... Prediligo comunque sempre cravatte originali, particolari, per esempio quelle realizzate in pelle. Un mio must. Angelo Bucarelli, Premio arbiter 2005, critico d'arte e organizzatore di mostre ed eventi culturali, spiega invece di indossare la cravatta, sempre con estremo piacere. Un accessorio irrinunciabile - dice - Ma bisogna saperla portare. Sentirsi a proprio agio, non essere mai ostentati. Non è comunque la cravatta a decretare la dignità dell'uomo.
(Nella foto: Matteo Marzotto, uno che non solo si sa vestire - ovvio, con quel nome - ma a cui la cravatta la toglierei volentieri).

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ti stai candidando a sposa di Luca Cordero di Montezemolo?