domenica 18 gennaio 2009

Eccelibro: L'arte della gioia


Avevo riposto una certa speranza nel romanzo di Goliarda Sapienza, L'arte della gioia, donatomi dall'Avvocatissimo per il mio genetliaco, ma, non so perchè, sin dal primo momento ho provato un senso di avversione per quel libro. Cionondimento e con molta fatica sono arrivata sino alla fine. L'arte della gioia è scritto da una donna che ha un nome che sembra uno pseudonimo e non lo è, rifiutato per anni da molti editori italiani e poi riscoperto all'estero. Quando gli stranieri celebrano qualcosa che a noi non è piaciuto succede che a quel punto ci rendiamo conto di aver buttato una perla ai porci. In questo caso invece, a mio parere, gli italiani avevano visto giusto. L'arte della gioia non è un capolavoro, è in taluni punti lento e ostico, a tratti pesante e confuso. E' la storia di una ragazzina che fa fuori senza tanti scrupoli prima la madre e la sorella down e poi la suora che la alleva e la protegge. La sua scalata al successo quindi inizia con tre omicidi, l'assunzione di un titolo nobiliare per aver sposato un demente e una serie inenarrabile di rapporti saffici. Il tutto sullo sfondo di sessant'anni mal descritti e a mio parere messi lì per dare spessore ad un romanzone a tratti scabroso. Dove tutti fanno figli con tutti e dove l'inganno la fa da padrone. Non mi ha convinta nemmeno un po' ma sono certa che tra poco sarà celebrato ovunque se è vero che l'altro giorno da Mel Bookstore c'era una signora che lo teneva stretto al petto come un oggetto prezioso. Mi spiace, non sono d'accordo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Possibile che solo a me non piaccia il libro di Goliarda? Scrivete e discutiamone!