sabato 21 luglio 2007

Essere vegetariani fa bene alla natura



La produzione di ogni chilo di carne causa grandi quantità di inquinamento: lo stesso di un'auto in marcia per 250 chilometri o di una lampadina accesa per quasi 20 giorni

Avreste mai immaginato che un chilo di carne di manzo che compriamo al supermercato è responsabile dell'emissione di gas responsabili per l'effetto serra e in generale di un livello di inquinamento maggiore che se ci mettessimo a guidare la nostra auto per tre ore, dimenticandoci le luci di casa accese?
Si tratta di uno dei dati emersi da uno studio eseguito da Akifumi Ogino, del National Institute of Livestock and Grassland Science a Tsukuba, in Giappone. Il ricercatore, insieme ai suoi colleghi, ha cercato di valutare gli effetti della produzione di carne di manzo sul riscaldamento globale, sull'aumento dell'acità e dell'eutrofizzazione (ovvero l'eccessivo accrescimento delle piante acquatiche) nell'acqua, e sul consumo di energia.
I ricercatori hanno analizzato la produzione dei vitelli, concentrandosi sulla gestione degli animali, sugli effetti della produzione e sui mezzi di trasporto utilizzati per la ditribuzione.
Combinando i dati emersi da queste osservazioni con quelli emersi da studi precendenti sull'impatto dei sistemi di alimentazione degli animali, i ricercatori sono stati in grado di calcolare il "peso" che l'ambiente è costretto a sopportare per la produzione di ciascuna porzione di manzo.
La loro analisi ha dimostrato che la produzione di ciascun chilo di carne porta all'emissione di gas che causano l'effetto serra, che hanno un potenzionale di riscaldamento globale equivalente a 36,4 chilogrammi di anidride carbonica. La produzione di carne causa anche l'emissione di fertilizzanti pari a 340 grammi di diossido di zolfo e 59 grammi di fosfati, e consuma 169 megajoule di energia.
In altre parole, un chilogrammo di manzo è responsabile dell'equivalente della quantità di anidride carbonica emessa da una tipica auto europea che viaggia per 250 chilometri, e causa un consumo di energia pari a quello necessario per mantenere accesa una lampadina da 100 watt per quasi 20 giorni.
I calcoli, basati sui metodi industriali standard di produzione di carne in Giappone, non hanno incluso l'impatto ecologico dell'intera infrastruttura delle fattorie, ne i costi del trasporto: questo significa che il "costo ambientale" potrebbe essere ancora peggiore di quanto emerso.
La maggior parte delle emissioni dei gas-serra vengono prodotte sotto forma di metano rilasciato dagli apparati digestivi degli animali, mentre le sostanze acide e fertilizzanti vengono principalmente dai loro escrementi. Più di due terzi dell'energia viene invece utilizzata nella produzione e trasporto del cibo per gli animali.
Per migliorare la situazione, i ricercatori suggeriscono di migliorare la gestione dei rifiuti che emrgono durante il ciclo di produzione, e ridurre di un mese gli intervalli di accoppiamento degli animali.
Una migliore gestione potrebbe portare a una diminuzione di quasi il 6 per cento del costo ambientale. Uno studio svedese svolto nel 2003 aveva suggerito che la carne organica, allevata in libertà invece che rinchiusa in catene di produzione, causava il 40 per cento in meno di emissione di gas-serra e consumava l'85 per cento in meno di energia.
"Le emissioni di metano prodotte dall'allevamento di bestiame bovino stanno diminuendo, grazie alle più recenti innovazioni nei processi di alimentazione", afferma Karen Batra del National Cattlemen's Beef Association in Centennial (in Colorado, negli Stati Uniti).
"Tutti stanno cercando di trovare soluzioni per ridurre le cause di inquinamento", conclude Su Taylor della Vegetarian Society, in Inghilterra, "ma l'unica soluzione davvero efficace sarebbe quella di smettere di mangiare carne".
(Fonte: Scienza 7)

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