martedì 30 settembre 2008

Buoni esempi


Primario, una bella famiglia, una vita normale, bella. Uno di quelli a cui non manca niente. Poi la diagnosi di SLA, una di quelle malattie che proprio non vorresti avere, perche' ti confina su una sedia a rotelle, perche' non c'e' una cura, perche' non potrai piu' parlare. E' di fronte a queste prove che si rivela la tempra di un uomo e il dottor Melazzini e' un combattente. Uno che dice, ora: la mia vita e' bellissima, non mi sento malato, sono sereno. Alla faccia di tutti quelli che sono sani ma sereni proprio no. Da 5 anni e' letteralmente immobilizzato su una carrozzina eppure lo incontri negli aeroporti d'Italia perche' va a parlare ai congressi e scrive libri (l'ultimo che racconta la sua storia si intitola "un medico, un malato, un uomo" ed e' pubblicato dalla Lindau. Insomma, la malattia puo' essere una risorsa, una sfida che ti fa trovare coraggio che non sapevi nemmeno di avere. La malattia puo' essere il caso di 'quando il gioco si fa duro'. La malattia che mi uccide mi ha insegnato a vivere, dice. La diagnosi arriva il 17 gennaio 2003. La prima reazione e' quelladi chiudersi in se stesso, si stordisce di lavoro, contatta una clinica svizzera dove o aiutino a morire. Ha la sensazione di non poter reagire, di essere impotente. A luglio 2004 un libro gli apre gli occhi. E' pronto per valtare le cose con occhi nuovi. Si rende conto che la malattia non e' una iattura ma una strana, diversa opportunita'. In futuro tanti progetti tra cui la direzione scientifica di un istituto di cura milanese.

Per informazioni sulla malattia: www.aisla.it

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