venerdì 27 aprile 2007

Più speranza per tutti


Vive in Kansas e il 12 maggio entrerà nel Guinness dei primati come la laureata più anziana del pianeta. Ha da poco spento 95 candeline Nola Ochs che nel 1972, alla morte di suo marito, iniziò a seguire corsi universitari. Nola sarà proclamata dottoressa in storia insieme alla sua compagna di corso preferita: la nipote ventunenne Alexandra.

(Fonte e foto: www.repubblica.it)


Vale il detto: finchè c'è vita c'è speranza...

Mollare...


Resistere. Lottare. Perseverare. Tenere duro.
Sembra un bollettino di guerra, invece è la vita di ogni giorno. Almeno la mia.
Oggi vorrei proporvi di inserire un nuovo termine in questo vocabolario, il verbo “mollare”.
Si dice mollare gli ormeggi per indicare la partenza di una barca. Devi slegare, staccare, per poter andare e solo se vai puoi tornare.

Mollare non è arrendersi, è fare una pausa, sospendere, dare a se stessi una tregua. Fermarsi a contemplare un prato, l’auto sul bordo della strada, perché ti è piaciuta quella sfumatura di verde e vuoi riuscire ad imprimerla nella memoria. Fermarsi a guardare un papavero senza staccarlo dal gambo perché è troppo perfetto.
Fermarsi a metà strada per riprendere fiato ed energie.
Fermare il mondo e scendere perché stufa di inseguire qualcosa che quando abbiamo ottenuto è già consumato e vecchio della nostra fantasia.
Avere il coraggio di fermarsi a guardare gli altri che corrono e hanno anche dimenticato dove stanno andando, tanto sembra che l’unica cosa che conti sia mostrare al resto del mondo che si, stiamo correndo anche noi, in una maratona tutto sommato un po’ assurda. Moriremo stanchi, è sicuro, e sulla mia lapide farò scrivere: ‘E’ tutto sonno arretrato’.

martedì 24 aprile 2007

Auguri Rita


Il 22 aprile Rita Levi Montalcini ha compiuto 98 anni.

Nonostante l'età la scienziata appare in ottima forma.

Impossibile esprimere la mia ammirazione per questa donna minuscola e fortissima, divenuta simbolo della ricerca scientifica al femminile.

Se volete conoscere la sua vita vi consiglio quello che a mio parere è il suo libro più bello:

Cantico di una vita - Raffaello Cortina Editore.


L'ho incontrata qualche mese fa alla libreria Feltrinelli di Via Orlando, era con la sua inseparabile assistente. Indossava un cappotto verde smeraldo. Era regale e circondata da un'aura particolarissima che mi ha messa in soggezione. Avrei voluto chiederle un autografo per mia figlia (che ne ha alcuni dei personaggi più svariati), beh, non mi crederete, ma nonostante la mia proverbiale sfacciataggine non ho avuto il coraggio di disturbarla.


Ma qui dal blog posso esprimerle tutta la mia ammirazione e concedermi un pizzico di confidenza, come quello che si riserva ad una zia:

Buon Compleanno Cara Rita!!!!!

A chi do' i resti oggi?????


Cinque articoli da scrivere, almeno venti recensioni, passare in banca e alla Motorola a ritirare il cellulare caduto una volta di troppo. Poi tre case da vedere, i capelli da lavare.

Questo il programma.

Mi va?

Nemmeno un po'.

Ho un attacco acuto di punto croce. Non si cura. Quindi forse dovrò sottostare all'impulso. Devo finire le asciugamani con le farfalle, comprare qualche colore nuovo, cercare qualche libro speciale, svenire di fronte agli schemi della DMC, cari arrabbiati ma di una bellezza unica.

Mi appello alla scienza: clonatemi!!! Non ce la faccio altrimenti a fare tutto.


Diamante Rosa, ma tu come fai?????

Giornata Mondiale...dell'Orgasmo


C'è tempo, al 22 dicembre, ma mica vorrete arrivare impreparati.
Si, perchè il 22 dicembre è, udite udite, la Giornata Mondiale dell'Orgasmo.
Una cosa seria, che si appaia alle varie giornate mondiali su praticamente qualsiasi cosa.
Nell'idea degli inventori, una coppia attempata ma tutt'altro che pantofolaia, una giornata in cui il mondo abbia un orgasmo globale.
E poi fare l'amore e raggiungere l'apice del piacere fa enormemente bene alla salute. Quindi perchè no?
E se avete perso un po' di smalto, beh, avete qualche mese per prepararvi ed allenarvi.

CAPITA


Capita che ti innamori di qualcosa di cui non hai assolutamente bisogno, qualcosa di superfluo, ma che non ti esce dalla testa.

Qualcosa di bello e io al bello sono particolarmente sensibile.

Qualcosa che brilla e qui non ne parliamo nemmeno.

Qualcosa che non ti esce dalla testa e chissà com'è, non è vero, ma pensi che con quella cosa tutto sarà diverso, tu sarai diversa e brillerai anche tu.

Un capriccio, nient'altro o forse una piccola forma di compensazione, una sorta di premio per essere così brava a mandare avanti tutto come un giocoliere.

Tutti puliti, stirati, il frigo pieno, la casa pulita, la tata contenta, la figlia sorridente, il lavoro che va, e anche il ricamo a punto croce procede e poi mille altre rogne affrontate e risolte e il compagno felice.

Insomma, a fronte di tutto ciò me lo meriterò pure un giocarello tutto per me.....

L'indirizzo: Blanc


Le foto del sito parlano da sole: è il negozio per me, che mi assomiglia, quello in cui comprerei tutto, ma proprio tutto.
Se capitate ad Alessandria:
BLANC
Via San Giovanni Bosco, 14
0131-251213
E si può aprire anche un negozio in franchising...mica male l'idea.
Per una come me che vorrebbe cambiare vita ogni 15 anni è come il canto di una sirena (quella con la coda di pesce, non dell'ambulanza della Neuro).
La segnalazione è di Diamante Rosa

lunedì 23 aprile 2007

E' stato un successo...




Il primo Cross Stich Cafè è stato un successo, di critica e di pubblico.
Si sono impegnate moltissimo, si sono concentrate, divertite, hanno scritto i nomi dei figli, cuoricini e roselline. Erano tenere, tutte intorno al tavolo, come succedeva coinquant'anni fa. Oggi molte di loro andranno in merceria a fare man bassa di tela AIDA, matassine e forbicine (ma belle come le mie, beh, no, quello non è possibile).
Si sono meravigliate di essere capaci, di alcune abbiamo scoperto un vero talento, le altre ce la faranno con un po' di sforzo in più. E' stato magnifico svelare loro un piccolo mondo tutto femminile. Erano entusiaste e non vedevano l'ora di dirlo alle loro mamme.
La più brava? Cris, che non aveva mai preso un ago in mano ed ha scritto le iniziali di tutta la famiglia, salvo finire con lo sboccio di una rosellina.
Si, sono soddisfazioni, quella di "fare insieme", quella di condividere una passione, quella di fare una cosa antica eppur moderna. Quella di vedere tutte le bambine esaltate all'idea di imparare anche loro e sentirsi, così ancor più vicine alle loro mamme, casalinghe si, disperate, mica tanto, anzi, direi, stavolta, Casalinghe Rilassate. Tanto che il the lo abbiamo preso alle 19 e 45, insieme ad una deliziosa torta alle mele e cannella fatta da Bree e ad una torta gelata ai frutti di bosco portata da Gabrielle. Una simpatica pipinara ha rallegrato il pomeriggio. Per Pippi abbiamo fatto una pettorina col suo nome, per Elsa il progetto di uno scamiciatino per l'estate. Che si sia sbagliato lavoro, signore?

W la mamma


Si, è vero, la amo ma talvolta la odio, ci litigo, ci scanniamo, poi non ci sentiamo per una settimana e lei richiama come se niente fosse mentre io vorrei un chiarimento. Ma alla fine lei è l'unica e la sola e io la amo. Non solo perchè "è sempre la mamma", ma perchè lei sa e poi ricama e mi fa le sciarpette per cui le mie amiche impazziscono e le faccio cucire i cuscini e attaccare il sangallo. Si, è la mia mamma e per il Cross Stich Cafè mi ha regalato una compilation di fili e questa scatolina per il lavoro. Lillipuziana e poi non ci entra nulla, superflua, ma bellissima e irrinunciabile e queste cose me le sa comprare solo la mia mamma. Che io amo (anche se glielo dico quando è proprio necessario).

venerdì 20 aprile 2007

Eccelibro: veleno


Mi irrita con il suo cancro, lei non ha idea. Inizialmente le hanno prescritto solo un po’ di radiazioni, non doveva essere maligno. Alla fine le hanno fatto nove chemioterapie. A forza di far troppo caso alla propria salute, come dice papà, ha lasciato che la malattia radicasse. A questo punto, non ha più un capello in testa e la parrucca le dà prurito, quindi spesso se la toglie: noi le abbiamo detto che ci turbava un po’, perché il suo cranio calvo mette a disagio, ma lei se la toglie lo stesso.
- Muoviti ti dico, c’è il cinquanta per cento di sconto, ma, se restano solo gli articoli al 20 per cento non vedo dov’è la convenienza, saremo venute per niente. Muoviti, accidenti! E nascondi la sacca del drenaggio, sporge.

Il libro di Claire Castillon è crudele come un bisturi ed è quasi imbarazzante la crudeltà che l’autrice immagina in un rapporto tra madre e figlia. Si tratta di 19 racconti brevi e da ciascuno sgorga veleno. Anche poche gocce possono uccidere.
E’ l’amore-odio tra madre e figlia al microscopio, con i suoi dettagli scomodi, le sue soprese imprevedibili, i suoi pensieri inconfessabili a cui l’autrice da voce. Figlie che odiano le loro madri ma che allo stesso tempo non possono farne a meno, madri che competono con la giovinezza delle proprie figlie e in parte tentano di impossessarsene. Ragazze che ignorano il dolore della madre perché sarebbe anche il loro. Passioni inconfessabili e fantasie malvage. Amori che nutrono e alimentano la gelosia, sentimenti estremi. E poi, da citare, una traduzione efficace e puntuale di Fabrizio Ascari (troppo spesso dimentichiamo l’importanza del traduttore).

In certi punti paradossale, in certi punti visionario il libro di Castillon è crudo, aspro e amaro. Vien da pensare: meno male che è solo un libro, che le storie sono frutto della fantasia dell’autrice. Ma a me non sarebbero mai venute in mente. E la cosa mi sconcerta.
(j.r.m.)

mercoledì 18 aprile 2007

Per Diamante Rosa


e a te sembra normale andare in giro con una trota nella borsa??????
Comunque si, è di Avant De Dormir. Il negozio esisteva anche a Roma in piazza della Torretta e a Milano in via Turati.
A Roma non c'è più. Ci rimane la trota. Pazienza.

Pazza per Sephora

Ecco alcuni elementi del mio kit sopravvivenza: acqua termale per il viso, anche per fissare il trucco. Spray Kiss me baby per rinfrescare l'alito al volo (può servire) E SOPRATTUTTO il nuovo Cool legs. Avete presente una di quelle giornate che siete state in giro e ancora non è il momento di tornare a casa? Bene, tirate fuori questo spray e vaporizzatelo sulle gambe (va bene anche se indossate i collant). Risultato: siete pronte per la maratona di New York. Garantito. Sensazione di leggerezza e freddo garantita. Potete ballare altre cinque o sei ora, le gambe vi reggeranno benissimo, sul cuore non garantisco.

Questi sono stati acquistati nel nuovo negozio di Sephora a Via del Corso. Tempo medio trascorso: un'ora e tre quarti. Ma sono entrata dicendo: 'faccio in cinque minuti'.

Il mio compagno? Santo subito.

Via del Seminario


fronte Palazzo San Macuto una delle sedi della Camera dei Deputati.

Dentro, una conferenza su internet e i bisogni informativi dei cittadini in tema di salute.

Fuori un negozio che già da luci e colori mi sussurrava: 'entra, entra'.


Non ho potuto resistere perchè c'era qualcosa che sapeva di toile de joui e quel qualcosa era una inedita borsa, anzi molte borse con la tela a piacere. Pelle bianca e poi tela con stampa rossa, grigia, blu, rosa, marrone e chi più ne ha...ma anche bijoux allegri e trasgressivi, che potrete ammirare anche sull'inserto Vetrine di Elle di questo mese e costumi ricamati con perline più adatti ad una serata sulla spiaggia che ad un bagno in mare.


Il tutto pensato da un giovane e tenebroso ma ospitale libanese che mi ha permesso di fare qualche foto.

Curiose? Ecco l'indirizzo: HALABY - Via del Seminario, 117 tel. 06 99701677

Dite a Laura che l'amo

In senso platonico si intende.
Ma è arrivato il Purple Meme, quello strano gioco che possono fare solo i fanatici del viola che si scambiano pacchi di roba viola a sorpresa.
Ogni pacco dice qualcosa di chi lo manda, ogni pacco stimola chi lo riceve.

Il mio è stato particolarmente ricco, profumato, suggestivo. The e tisane, candele, le forbici per il ricamo che avevo adocchiato su una foto del suo blog, fili da punto croce per ‘esserci’ sia pure simbolicamente sabato, un gomitolo da cui far nascere qualcosa, una borsetta da sturbo, un porta fazzolettini da esibire ogni cinque minuti.

Ma soprattutto quello che mi ha forse commossa di più, uno strofinaccio da cucina, viola e raffinatissimo con il mio nome e tre cuori ricamati. Sentimentale? Anche, ma piango perché solo ora ho capito che cosa è un rovescio perfetto.
Grazie Laura. Grazie di vero cuore.

La stagione del desiderio


Un volto di giovane donna dipinto in un quadro: la ragazza sempre sognata da Luciano. L'incontro con Silvana, la sua bellissima moglie, fonte unica del suo desiderio. Ma il passare degli anni e lo stress del lavoro mettono in crisi Luciano e la sua capacità di manifestare il desiderio. La sicurezza di un aiuto farmacologico genera una ritrovata vitalità, foriera di esperienze extra coniugali con donne bellissime, cavie inconsapevoli dei suoi esperimenti farmacologici. La sua storia con Silvana sembra alla fine. Invece è solo l'inizio. La donna del quadro, come per magia, si materializza e attraverso un viaggio nella notte e un incontro dai sapori magici condurrà Luciano ad un sorprendente finale.Mai come in questi ultimi tempi si è parlato tanto di desiderio e mai, prima d'ora, gli uomini hanno avuto a disposizione così tanti farmaci in grado di ripristinare una efficiente attività sessuale. Questo primo romanzo di Antonio Stamegna è anche il racconto di come un uomo vive l'aiuto farmacologico, delle ansie generate dal timore di non riuscire a soddisfare la propria compagna, dei timori di essere scoperto, della felicità maschile ritrovata. Attraverso la storia del protagonista, Stamegna racconta, con un abile ritmo narrativo, i timori, le ansie, l'esigenza di un uomo di nascondere l'utilizzo farmacologico per timore dei giudizi femminili, i meccanismi di fuga che si mettono in atto in questi casi, ma fa percepire anche la gioia di una ritrovata vitalità sessuale.

Cento lavori orrendi


Il libro.

Ma qual è il lavoro più orrendo che avete fatto VOI? Raccontate.


La rivista inglese “The Idler” ha tenuto per anni una rubrica in cui i lettori potevano raccontare le proprie esperienze lavorative. Per questo libro ne sono stati scelti 100, giudicati impossibili se non terrificanti, alienanti, immorali o disgustosi, durati un solo giorno o un periodo analogo ad una vita.

Se nell’immaginario collettivo fare il modello può non sembrare poi così male, tutto cambia se devi lavorare ad una pubblicità in cui dei bambini ti tirano addosso della maionese e non ti permettono di lavarti prima di andare via, cosicché ti ritrovi alla fermata del metrò all’ora di punta con la barba sporca che già comincia a puzzare.
E che dire del rappresentante di detersivi? Niente da dire se non fosse che il “nostro” doveva andare porta-a-porta e fare il ‘tonto’ per guadagnarsi le simpatie della padrona di casa. Chi aveva fatto meno soldi degli altri doveva sedere sul seggiolino reclinabile del minibus aziendale e veniva picchiato da tutti sino a casa. C’era gente che a forza di lavorare in quel modo rischiava di diventarci, handicappato.

D’altro canto anche Dan Kieran, direttore della vista e curatore del libro, è uo dei maggiori esperti di lavori orrendi: ha sbarcato il lunario con molteplici lavori miserevoli. Nel suo imbarazzante curriculum vanta posizioni come estirpatore di erbacce, sguattero, cameriere in una caserma, magazziniere e ammazza-tacchini.

Si ride sino alle lacrime, di amarezza, ma di sicuro l’indomani andrete a lavorare molto più felici pensando di averla scampata.

A.A.A.Attico

Ricominciamo il giro, telefonate, appuntamenti e case da un miliardo delle vecchie lire che sono scantinati e catapecchie. Ma il salto di qualità va fatto, e i prezzi si sono fermati. Non basta, ma aiuta.
Ogni tanto mi capita di tornare dall’aver visto una casa e piangere.
650mila euro e una topaia.
Ho imparato la lezione e mi porto Gabrielle che adora andare in giro per case e volge il tutto in una fragorosa risata. Ve ne potrei raccontare di storie. Come quella casa con camino a Via Seneca.
Altro giro, altra corsa, forse qualche altra delusione, un po’ di tempo perso, ma la casa dei miei sogni è lì da qualche parte, lo sento.



La dieta è qualcosa che quasi tutti hanno provato almeno una volta nella vita. Con alterne fortune e risultati disparati. Il più frequente? Quello di ottenere un successo temporaneo salvo poi riacquistare i chili in eccesso, talora con gli interessi.
Questo è probabilmente uno dei pochi libri, se non l’unico, che non parla di calorie, quantità, dispendio fisico e sostiene che tutte le diete sono efficaci ma nessuna funziona effettivamente, perché il problema essenziale di ogni dieta è il mantenimento dei suoi risultati nel tempo. Basti pensare che l’aderenza dei pazienti alle indicazioni dietetiche è estremamente bassa e si aggira intorno al 10%.

Nardone, esperto e co-fondatore della terapia strategica, affronta il problema alla rovescia e cerca di analizzare perché le varie soluzioni siano fallimentari. Le diete – sostiene – falliscono perché si basano tutte sull’idea del controllo, del sacrificio e interferiscono con la sensazione su cui si basa il nostro rapporto con il cibo: il piacere.
Quindi, sembrerà un controsenso, ma la sensazione del piacere deve essere il fondamento di un programma alimentare. Questo è il principio della “dieta paradossale”.
La convinzione che se mi lascio andare al piacere sono destinato ad ingrassare è un pregiudizio razionalista.

Il libro promette di acquisire la tecnica per uscire dal meccanismo “più divieto, più desiderio” salvaguardando una alimentazione adeguata. Per ottenere un obiettivo così ambizioso è necessario gestire la contorta e ambivalente relazione tra la nostra mente e i nostri istinti. Da provare.
(Jo Mason)

martedì 17 aprile 2007

Un anno fa


Giorno più giorno meno un anno fa ero a San Diego, California, con Mari, Marta e Danilo. Mi mancava Franco ma il destino non ci fa più viaggiare insieme. Lui è andato ora a Saint Paul de Vence. Senza di me. La prossima volta mi nascondo nella sua valigia. Franco è il compagno di viaggio PERFETTo. Mi manchi. Ti voglio bene. E' una dichiarazione pubblica.

Icone: Grace Kelly e Jackie Kennedy
La tua divisa: Giacca e pantaloni neri, canottiera bianca, scarpe basse per il giorno e tacchi per la sera. Molti gioielli per rallegrare il tutto.
Parti da: quello che devo fare durante il giorno
Di Giorno: pantaloni, taglio uomo, morbidi.
Di sera: tacchi alti, tessuti leggeri e trasparenti, abiti taglio impero, coprispalle.
Ho voglia di: bon ton. Perle, golfini melange leggerissimi e scarpe bicolore.
Le proporzioni: non ho mezze misure, ma preferisco giacche e cardigan lunghi e avvitati.
La palette: Nero, grigio scuro o grigio perla, verdi mischiati tra loro. Total bianco.
Salvi dall’armadio: una giacca nera lunga di Calvin Klein che sembra mi si stata cucita addosso.
I miei ‘sempre’: orologi rettangolari e maschili, orecchini di perle e brillanti, le mie fedi, foulard sempre e comunque.
I miei ‘MAI’: stropicciato, zingaresco, effetto mercatino, le gonne longuette e le mini, l’etnico.
Non viaggio mai senza: una decina di foulard al seguito, che uso anche come camicia. Una camicia bianca, un pantalone di lana nera morbidissimo di Max Mara comodo e confortevole per i lunghi viaggi in aereo, le Tod’s di vernice nera che mi hanno accompagnata in tutti e cinque i continenti e in tutte le stagioni, la pashmina.
L’ossessione: le unghie perfette, le meches platino e mai gialle, la matita per le labbra e il burro di cacao protezione 50.
Nel beauty: un bagnoschiuma speciale, la crema contorno occhi, il siero di Dior e Hydramax di Chanel.
I capelli: naturali ma curatissimi, stesso taglio da 20 anni. Rassicurante.
La biancheria: coordinata e colorata, pizzi e paillette.
Lo shopping: meglio sola perché solo così riesco a concentrarmi davvero.
L’errore: le giacche di pelle, sbagliate entrambe
L’ultimo acquisto: un completino intimo di Yamamai
Il prossimo acquisto: ci sto pensando, credo gli occhiali di Chanel con la camelia.
Il sogno: una Birkin di Hermes, una vestaglia di cachemire
Stasera: camicione estivo disegni cachemire su pantaloni di lino bianchi, fa già caldo.

lunedì 16 aprile 2007

La Cina è vicina


La Cina è vicina? Più di quanto possiamo immaginare, eppure in Italia non ce ne preoccupiamo se non quando i cinesi prendono possesso di una zona di Milano. La Cina può essere una risorsa o un problema, di certo non si può ignorare. Sono troppi per poterli ignorare. Prossimamente la sintesi dell'intervento dell'ex Ministro degli Esteri Gianni De Michelis raccolta da Sesto Potere.


In un nuovo rapporto, l'organizzazione umanitaria 'Amnesty International' denuncia che i milioni di lavoratori migranti che stanno alimentando la crescita economica della Cina vengono trattati come una "sottoclasse urbana". Nonostante le recenti riforme, secondo Amnesty, sono sistematicamente esclusi dai servizi sanitari ed educativi statali, vivono in ambienti affollati e in condizioni agghiaccianti e sono esposti ad alcune delle peggiori forme di sfruttamento sul lavoro. "Il cosiddetto 'miracolo' economico cinese comporta un costo umano terribile: i lavoratori che migrano dalle campagne verso le citta' subiscono i peggiori soprusi sul posto di lavoro", ha affermato Catherine Baber, direttrice del programma Asia e Pacifico di Amnesty International. "Sono costretti a lunghi periodi di straordinario, spesso non possono assentarsi neanche in caso di malattia e lavorano in condizioni precarie a fronte di paghe misere. Sono sfruttati dai datori d'impiego ma subiscono anche una quotidiana discriminazione da parte dello Stato. Non hanno accesso alle agevolazioni sulla casa e all'assicurazione sanitaria a disposizione per chi ha la residenza in citta' e i loro bambini sono spesso esclusi dai programmi educativi". Si stima che dai 150 ai 200 milioni di persone si siano spostate dalle campagne alle citta' in cerca di lavoro e che il loro numero crescera' nel prossimo decennio. In alcuni centri urbani, ormai costituiscono la maggioranza della popolazione. I lavoratori migranti sono obbligati a registrarsi come ''residenti temporanei'', attraverso una procedura spesso particolarmente complessa, chiamata ''sistema dello hukou''. Ma anche chi riesce a venirne a capo continua a subire discriminazioni nei settori dell'abitazione, dell'educazione, della sanita' e dell'impiego.
Coloro, e sono la maggior parte, che non riescono a completare la procedura, si trovano privi di uno status legale, in una condizione di vulnerabilita' che favorisce lo sfruttamento da parte della polizia, dei proprietari terrieri, dei datori di lavoro e di chi ha la residenza permanente. "Il governo centrale ha preso alcune misure per mitigare la sofferenza dei lavoratori migranti, ma la causa maggiore di essa non e' stata modificata: il 'sistema dello hukou' continua a discriminare le persone sulla base della loro origine sociale", ha commentato Baber. "Il governo deve riformare questo sistema - ha aggiunto il responsabile della Ong - e spingere le autorita' locali ad applicare le leggi esistenti, che dovrebbero assicurare cure mediche, migliori condizioni d'impiego ed educazione primaria gratuita". I datori di lavoro ricorrono a numerose tattiche per impedire ai lavoratori di lasciare l'impiego: chi intende licenziarsi rischia di perdere due o tre mesi di paga; alla vigilia del Capodanno le paghe vengono trattenute in modo da costringere il lavoratore a fare rientro in fabbrica dopo le ferie o da privarlo dei soldi per prendere un treno e dunque impedirgli di lasciare la citta'; spesso i lavoratori sono obbligati a versare un deposito per venir dissuasi dal cambiare lavoro. A causa del loro status vulnerabile, sono pochi i lavoratori migranti che denunciano le iniquita' del ''sistema dello hukou''.

A Berlino architettura e ...



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Da Grazia: l'amore allunga la vita


Tutte le donne che hanno in programma di avere un bambino e temono le conseguenze negative della maternità possono tirare un sospiro di sollievo. Dalla Germania arriva una bella notizia: il sesso e i figli allungano la vita. Una ricerca dell'Università di Essen contraddice quanti pensavano che ritmi sessuali e riproduttivi 'accelerati' consumassero il corpo. Dallo studio è risultato che chi porta avanti la specie vive molto più a lungo, fino a 20 anni in più.


Nota mia: nei topi, miei cari, nei topi che vivono beati in uno stabulario da laboratorio a non fare altro che accoppiarsi e farsi guardare da stuoli di ricercatori. Vabbè, al massimo gli chiedono di fare qualche percorso in labirinto e essere osservati molte ore al giorno può risultare seccante, ma vuoi mettere? Falli uscire tutti i giorni per portare a scuola i bambini, andare a fare la spesa, lavorare in un ufficio sei o otto ore, poi tornare a casa, preparare la cena e ascoltare le lamentele di un marito noioso che alla fine non ti porta mai fuori e sono cinque anni che non ha più voglia di fare l'amore perchè probabilmente lo fa con un'altra e a te non rimane che scrivere a Natalia Aspesi sul Venerdi di Repubblica e vedi come la specie dura meno, molto meno. Se rinasco voglio rinascere gatto, così me magno pure er topo.

Super toilette


Ho una serie di conoscenti che sarebbero potenziali perfetti acquirenti di questa toilette, un super-cesso, full optional. Altro che parole crociate, le potete buttare: questa è dotata di schermo lcd da 20 pollici, videogiochi, laptop mini gym e casse per l'Ipod, porta carta igienica, minifrigo nel caso la sessione dovesse durare più a lungo e scaldavivande. Infine, un pulsante di emergenza: a stare tanto seduti il sedere si addormenta, le gambe si atrofizzano, la sensazione è nota, la novità sta nel fatto che ti vengono a raccogliere quattro bodyguard vestiti di nero con l'auricolare mentre stai con le braghe calate ad ascoltare Jamiroquai e a giocare a Super Mario mentre scarichi la posta del pc.
Per la serie: braccia rubate all'agricoltura.

Alle donne piacciono gli uomini con DNA difettoso...

Lo conferma anche la scienza: secondo uno studio dell'Università di Newcastle le donne sono attratte da uomini con 'imperfezioni' nel Dna. Il segreto della variabilità genetica della popolazione umana sta nel fatto che le donne preferiscono maschi con mutazioni del genoma che assicurano maggiore protezione da virus e batteri. I geni 'buoni' infatti darebbero luogo ad una diminuzione della varietà genetica.

Non entro nei dettagli della ricerca, ma speriamo che quello del DNA sia l'unico difetto. Già abbiamo il nostro bel da fare dalla mattina alla sera...
E comunque gli uomini perfetti, belli, beh, non mi sono mai piaciuti. L'imperfezione è più affascinante e ammantata di quel mistero che a noi donne fa letteralmente girare la testa. Vuoi mettere la perfezione, che noia?

Stile olandese


E chi lo avrebbe detto?

Già apprezzavo l'Olanda per le immense pianure solcate da canali navigabili, le mucche sdraiate ovunque, i formaggi e i mulini a vento, simbolo della natura utilizzata a fin di bene. E, certo, signora cara, che conoscevo le ceramiche di Delft, me le sono portate a casa perchè nella mia collezione di potiche bianche e blu non potevano mancare.

Il design olandese però, va avanti.

Questa collezione di porcellane, oserei dire magnifiche e in puro Mason Style sono di Iris Toonen.

Ve le raccomando. E me le raccomando. Al prossimo viaggio vengono a casa con la mamma.

L'indirizzo




La creatrice di questi gioielli - nel vero senso della parola - si chiama Greta e deve la sua popolarità un po' a Elle che ne ha pubblicato le creazioni e un po' al tam tam delle bloggers. Io non posso fare a meno di postare a mia volta le sue creazioni folli e deliziose. E tu, Diamante, non mi dire che non le conoscevi....


Après-Midi di via Pastrengo 7, Milano tel. 02 6889534.

Parto in casa, a Milano si fa

La Casa di Maternità "La Via Lattea"
Le case di maternità, nascono negli Stati Uniti negli anni 70 e si diffondono successivamente in Europa (prevalentemente in Germania e in Svizzera).
Portano in sé la forte richiesta delle donne di tornare protagoniste della propria gravidanza e del proprio parto e di essere figure di riferimento autorevoli nella crescita dei figli.
"La Via Lattea" è la casa di maternità di Milano. Nata nel 1990 come Casa del Parto all'interno del Villaggio dalle Madre e del Fanciullo, ente laico, privato che si occupa di assistenza alle madri nubili e minorenni.

Casa di Maternità LA VIA LATTEA - Via Morgantini 14 Milano - Tel. 02/89077589 - Cell. 335/431058 info@casamaternita.it

La caduta dell'impero


Così l'ha chiamata Lynette. E' il momento nella vita di una donna in cui ti accorgi di aver smesso da troppo tempo di prenderti cura di te stessa e che è ora di correre ai ripari. Prima che sia troppo tardi e che il trattamento sia troppo costoso.


Quindi aprile altro che "dolce dormire" al contrario, gambe in spalla e, trottare in farmacia e dall'endocrinologo estetico, l'unico in grado di risolvere grasso localizzato e cellulite, rilassamento muscolare e cutaneo, pancette e quant'altro.

Anche voi signori uomini, anche voi, perchè il binomoi pancetta-potere-benessere ve lo siete inventato e cantato e suonato anche troppo.

In realtà a noi i maschietti ci piacciono tonici e muscolosi quanto basta e che le maniglie dell'amore non siano degli airbag.


Fortunata lei, così magra, si può mettere tutto...

La conosco a memoria questa canzone e quando me la cantano penso che non sanno quello che dicono. Si, non mi posso lamentare ma non sono una top model e anche io ho le mie piccole magagne, che non rivelo. Sono migliorabile, come tutti, ma tanto la perfezione non esiste e quindi non vedo il motivo di dannarsi troppo.

Mi vedo un rotolino? Invece di salire sulla cyclette mi leggo un libro sull'evoluzione e sgranocchio qualche carota. Un po' di gonfiore? Una bella passeggiata nel parco meglio che 30 ore in palestra.

E la mia pigrizia endemica, poi, dove la mettiamo?

La palestra mi annoia, il nuoto mi annoia, mi piace camminare si, ma dopo qualche giorno...mi annoia.

Mi piace andare a cavallo ma non posso farlo tutti i giorni e poi tonifica solo i polpacci, proprio quello di cui non ho bisogno.

Mi inviadiano perchè non sono obiettive, non solo nei miei confronti ma soprattutto nei propri, perchè se l'erba del vicino è sempre più verde forse anche l'amica ha più tette o meno cellulite. Così va il mondo.

Transito spesso nello studio di un medico che si occupa di medicina estetica, guardo i casi, ascolto le storie.

Ogni tanto arriva qualche giovane signora con il problema opposto: 'sa, dottore, dovrebbe aiutarmi, ho un po' di culotte de cheval'.... poi si spoglia e manca poco che lui sbotti: 'signora non è un problema di culotte, qui c'è proprio tutto lo cheval'.

Buona giornata.

Knitting e gomitoli nella metropolitana di New York e nel Monferrato? Roma risponde punto su punto: croce, naturalmente.

Ecco il primo appuntamento capitolino:
Cross Stich Cafè.

Per quelle che già lo fanno,
per quelle che lo hanno ormai dimenticato,
per quelle che non hanno mai avuto tempo di impararlo
e per quelle che hanno sempre guardato ma mai provato.

Per passare un paio d’ore insieme, per fare due chiacchiere e una cosa diversa.

Sabato 21 aprile ’07
Ore 16.30
Casa Mason
Mobile 347-2626993


Se avete tela, matassine di filo Moulinè colorato e aghi portateli pure. Se conservate tra le pagine della vostra agenda uno schema che non avete mai avuto tempo di realizzare, mettetelo a disposizione delle altre.
Se siete solo curiose venite a provare, per questa volta offre la casa.

Portate qualche dolcetto per il the e il caffè
e la vostra voglia di stare in compagnia.

E’ assolutamente necessaria la conferma.
(Foto: per gentile concessione di Diamante Rosa http://fragoleinfinite.blogspot.com)

La bambina che voleva crescere


(Testo raccolto da Jo Mason)
Vuoi bruciare le tappe, le dicevano, come se le tappe fossero necessariamente le stesse per tutti.
Lei voleva solo crescere e lasciarsi alle spalle quel periodo della vita in cui non sei nè carne nè pesce. In cui non sei più una bambina ma non sei certo nemmeno una donna.
La vita adulta sembrava piena di sicurezze e punti fermi ed era ciò a cui aspirava sopra ogni cosa. Lei era pronta, il suo corpo lo era e così la sua psiche, da cui un giorno si fece largo l'idea di un bambino, di qualcuno che ha bisogno di te, di cui essere responsabile.

Una pulsione fortissima, un desiderio assoluto e rischioso ma si sa, i grandi progetti prevedono sempre una dose di pericolo.

E poi lui era l'amore della sua vita, il primo, l'assoluto, come sono senza discussione i sentimenti quando hai 15 anni.

Lei sentì il momento esatto in cui quel bambino prese posto dentro di lei. Una magia rara. La gravidanza portava ormoni della felicità, un senso di completezza psichica, la sensazione di aver guidato il destino, qualche paura.

Ma i sogni fanno sempre i conti con la realtà: davvero voleva legare per sempre quel ragazzo e condannarlo ad essere padre? Lei sapeva di potercela fare, non aveva paura, ma lui? Era giusto imporgli quel destino?

I cosiddetti adulti erano pronti a supportare, a sostenere, ad amare. Lei era pronta a sacrificarsi come solo le donne e le madri sanno fare.

Nevicava il giorno dopo l'interruzione di gravidanza. La notte i due ragazzi piangevano abbracciati per quel bambino già amato, lavavano il dolore, notte dopo notte.

Ma certe ferite non rimarginano facilmente: per lei ci vollero più di 10 anni perchè quel ricordo smettesse di sanguinare.

Oggi Raffaele avrebbe più di vent'anni: ci piace immaginarlo con i capelli neri del padre e gli occhi chiari di sua madre. Ci piace pensarlo spettinato, in sella ad una moto, mentre va all'università.

Mi piace immaginarlo alto, che saluta sua madre con un tenero bacio sulla fronte in cui c'è tutta una storia d'amore.

Dalla padella...


Chi sa cosa ci riserva il destino e chi può essere davvero sicuro che quello sia il meglio per noi? Questione di punti di vista e di atteggiamento mentale.

Personalmente credo che quella quota di 'destino' a cui attribuisco qualche responsabilità sia sempre a mio favore. 'Colpa' del mio innato ottimismo.

Non ci posso fare nulla, io penso positivo.

sabato 14 aprile 2007


Squilla il telefono e non riconosci il numero...succede. Molti in casi come questi non rispondono, io rispondo di corsa, che ne sai che non è qualcuno che ti vuole a condurre una prima serata su Rai Tre o una seconda serata su Mediaset? Mica si può rischiare e poi sono troppo curiosa, alle brutte improvviso un accento filippino e dico: 'signola non c'è, dimanticato cellulale, lichiamale plego' e butto giù.


Insomma ho risposto e la voce non la conoscevo ma parlava di qualcosa che invece sapevo bene e quindi ho capito subito che era lei.

Sai quando parli per la prima volta con qualcuno ma lo conosci già? Lo hai già scelto, è già tuo amico, è roba tua e quindi la voce è solo un ulteriore barriera abbattuta se mai ce ne fosse stato bisogno.


Dopo venticinque minuti due, in teoria, sconosciute, si sono parlate come se avessero fatto le elementari insieme e si sono raccontate mezza vita o forse tre quarti.

Miracoli di internet, dei blog, di 'gente come noi' che ha tutto in comune. Lo sai perchè dice le stesse cose che diresti tu.

Forse non ha il tuo stesso carattere ma fa quello che fai tu, ha i tuoi interessi, è sulla tua lunghezza d'onda, torte di pere alla cannella, bomboniere fatte a mano, fragole e diamanti rosa.


Mia dolce e cara nuova amica grazie di questo bellissimo regalo che mi hai fatto oggi.

E' deciso, ci vediamo a Modena, ormai s'ha da fare.
(la foto è mia)


Mimì ti adoro

Facciamo che io non aggiungo altro, ma che voi avete capito.

Mimì ti amo

Intanto è incredibilmente viola e questo già basterebbe a farsi uscire di senno. POi ha le perle, viola anch'esse ed è gigantesco come piace a me.
Mimì Broggian è una delle ditte di gioielli che preferisco, la perfetta sintesi del design italiano con la grazia e il senso dell'etereo che deriva da una radicata ispirazione orientale.
Ricordo di aver fermato una signora a Chicago: le ho detto 'lei è italiana, vero?' e lei mi ha guardata con un'aria stupita, 'come ha fatto a capirlo?' 'Indossa un gioiello di Mimì'. E' rimasta a bocca aperta e mi ha spiegato che i Broggian sono suoi amici.
Che invidia. Io adoro praticamente tutto di Mimì e considerate che invece non mi piace tutto di Bulgari.
Lo stile di Mimì ha qualcosa che è in linea perfetta con me, il mio stile, la voglia di un impossibile equilibrio tra semplicità ed ostentazione.
Le perle di mille sfumature, le collane a tanti fili che alcuni hanno tentato di copiare senza successo, i dettagli giapponesi a pavè e infine le pietre a goccia.
Mimì, ti amo, di qualsiasi sesso tu sia.
Quando torno a lavorare in tv, facciamo un Pacs? Un Dico, ossia che lo dico a tutti che i gioielli me li presti tu :)

Cross stich café


Decisione presa.... data fissata.

Il Cross Stich Cafè si farà.

A casa mia, sabato prossimo.


Questo nella foto è un esempio di ciò che ho fatto in questi anni. Nella speranza che vi sia di ispirazione. Il bando, o meglio, l'invito, prossimamente su questo blog. Ho preparato già qualche piccola sorpresa per voi.

Faccende...intime


L'ho dovuto mostrare a tutte.

E' troppo bello.

L'ho messo in conto MpS, me lo deve, così magari mi passa l'arrabbiatura...

Ne valeva la pena.

'Lo avrei pagato anche di più' dice lui.....

'Me lo sarei comprato anche da sola' ribatto io....

The delle cinque a casa dell'Avvocato


o meglio di Bree.

Ma anche delle sei perchè o per riffe o per raffe alla fine sono sempre tutte in ritardo e col codazzo di figlie e figli.

Abbiamo sconvolto anche oggi una tranquilla famiglia.

Toccava a Bree che sembrava tornata alla realtà, quella delle chiacchere futili tra donne, il rotolo di qua, la cellulite di là, e hai visto che completino mi sono comprata? (Vedi post successivo)

Le zingarate all'outlet e i regalini per il the, sempre scelti con amore. E la distribuzione delle cose raccolte per le altre: un CD per il marito di Lynette, la t-shirt coi brillantini che Gabrielle voleva e che io non metto quasi mai. Il braccialetto stile Hermes e i desideri da chiedere ai mariti per il prossimo compleanno, il prossimo anniversario.

C'è sempre qualcosa che una donna desidera, chi una borsa, chi un rubino, chi, come me, semplicemente una compilation di extension per rimediare ad un taglio di capelli troppo scalato (ma stai benissimo......).

Risate, the magnifico al Guaranà comprato dal mitico Castroni, il nostro fornitore preferito, e poi il marito di Bree appollaiato sul divano a guardare la partita ma, sospetto, in realtà incuriosito di sapere cosa si dicono le donne durante questi incontri un po' segreti, un po' massoni.

Il consueto corollario di liti, pianti, macchie sulla tovaglia immacolata (che bella Bree quella gialla che hai messo per noi, e pensare che io odio il giallo).

Tre ore sono passate in un momento. Cosa che succede quando stai bene.

Betrayed


dal tempo metereologico.

In realtà è stata Gabrielle che me l'ha tirata...

Avevo deciso di andarmene a Fregene, una mattinata al mare in pace di Dio. Con il mio nuovo costumino lilla comprato ieri e il mio altrettanto nuovo pareo zebrato con le paillettes che cercavo da due anni almeno.

Nulla, zero, niet, mica posso andare a prendere l'ombra.

Che pizza, ma la prossima volta, acqua in bocca e alla faccia delle mie amiche Casalinghe, ci vado in mezzo alla settimana. Il lusso vero, essere in cinque sulla spiaggia, tutta bella stirata, poche orme, la sensazione del nulla, l'odore del mare e del latte solare. Telefonino spento perchè l'abbronzatura, si sa è una cosa delicata e tante riviste di moda per non pensare alle rogne di ogni giorno. Si farà, si farà.

A tempo perso


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Glittery texts by bigoo.ws

Lo sapevo, lo sapevo...

Che me ne sarei pentita. E l'ho lasciata li al negozio, con tutto il suo sconto. Frivola, troppo, praticamente inutile, ma così carina la mini trousse per il trucco di Pupa Miss Milkie, la scatolina che sembra una tavoletta di cioccolato al latte e colori da primavera con cui giocare.
Lo sapevo che me ne sarei pentita ma ogni tanto mi prendono attacchi di risparmiosite acuta e ieri è stato uno di quelli.
Che faccio, meto 15 euro di benzina e ci torno?
Oggi ho davvero bisogno di tirarmi su.

Superstiziosi, che vitaccia...


L'ho già detto e lo ribadisco: non sono superstiziosa. Non me ne frega nulla se mi cade il sale sulla tavola, faccio spallucce se qualcuno apre un ombrello in casa, adoro i gatti neri, il 13 e il 17. Credo alla scienza e non alla fantascienza quindi mi ha fatto particolare tenerezza questo articolo sul venerdi 13...godetevelo e, fate corna.


Roma, 13 apr . (Ign) - C'è chi rimanda appuntamenti importanti, chi evita di uscire di casa, chi gira con amuleti di vario genere e chi si affida ai riti scaramantici. Per molti Venerdì 13 è considerato portatore di sventura e disgrazia. Una supersitizione che prende il nome di parascavedecatriafobia o friggatriscaidecafobia. Ma da cosa deriva questa convinzione? Alcuni sostengono che la credenza sia nata venerdì 13 ottobre 1307, giorno in cui Filippo il Bello fece arrestare tutti i Templari sul territorio francese, confiscando i loro beni e consegnandoli all'Inquisizione. Fatto che causò probabilmente la rapida caduta dell'ordine in circostanze veramente misteriose. Secondo altri, la scaramanzia è legata invece alla tragica fine del tredicesimo commensale dell'ultima cena, Giuda, che si rende traditore di Gesù, il quale proprio di venerdì muore sulla croce. Tanto che si dice che quando si è in 13 a tavola il primo ad alzarsi sarà il primo a morire. Prendendo esempi più recenti, Al Capone fu arrestato proprio un venerdì 13, mentre il cantante "rap" Tupac Shakur, nonostante sopravvisse a diversi tentativi di omicidio effettuati in precedenza contro la sua persona, venne ucciso a Las Vegas, guarda caso, un venerdì 13. Ma c'è di più. Secondo i filosofi greci il 13 è considerato un numero ''imperfetto''. A differenza del 12, numero esatto considerato come rappresentativo di un ciclo concluso (contraddistingue i 12 mesi mesi dell'anno, le 12 costellazioni ect.), il 13 non faceva altro che rendere instabile il suo predecessore, perturbandone l'ordine, rendendolo imperfetto e indivisibile. Altrettanto antica la fama del giorno che solitamente viene indicato come il meno propizio della settimana, celebrato pure in un proverbio che lo indica come il più inadatto, insieme al martedì, per sposarsi, partire, o dar principio allarte. Venerdì, inoltre, oltre ad essere il giorno della morte di Gesù, è anche quello in cui Adamo ed Eva peccarono nell'Eden, in cui ebbe inizio del Diluvio Universale e in cui avvenne la distruzione del Tempio di Salomone. Infine una curiosità. Dal XVII secolo negli Stati Uniti la triscaidecafobia (paura del numero 13) ha raggiunto livelli estremi tanto che in quasi tutto il territorio nazionale il numero 13 è scomparso dalle porte delle camere d'albergo, dalle poltrone dei teatri e degli aerei e dalla numerazione delle strade e dei piani dei palazzi.Non solo. L'attore Stan Laurel (Stanlio), una volta in arte, cambiò cognome affinché il conto delle lettere non risultasse pari a 13. Si chiamava infatti Stan Jefferson. E sempre negli Usa, nessun aereo è mai stato chiamato F-13, poiché molti piloti erano superstiziosi a riguardo. Mente l'aeroporto Internazionale di Memphis è privo dei gate A13, B13 e C13. La credenza si è diffusa anche in Italia, ma nel nostro Paese resistono tuttavia credenze di segno opposto che ritengono fortunato il numero 13 e sfortunato il venerdì 17. (Adnkronos)

giovedì 12 aprile 2007

Sex and the city a New York


Una ulteriore scusa per fare un viaggio a New York...Susy aspettaci....


La Biga da Monteleone di Spoleto messa a nuovo

Dal 20 aprile presso il Metropolitan Museum di New York sarà possibile ammirare la Biga da Monteleone di Spoleto completamente restaurata.
E’ il risultato del lavoro di un team di restauratori del museo con la partecipazione di Adriana Emiliozzi dell’Iscima – Cnr.


Il principesco carro da parata proveniente da Monteleone di Spoleto, risalente al VI secolo a C. e conservato nella sezione etrusca delle nuove Greek and Roman Galleries del Metropolitan Museum of Art di New York, torna a ‘risplendere’ nella sua originaria struttura, grazie al lavoro dei restauratori del museo e di Adriana Emiliozzi ricercatrice dell’Istituto di studi sulle civiltà italiche e del Mediterraneo antico (Iscima) del Consiglio nazionale delle ricerche.
La biga di Monteleone (vedi foto allegata) è rivestita da lamine sapientemente sbalzate e finemente incise, già incrostate di avorio, che narrano episodi della vita dell’eroe omerico Achille. Il suo ritrovamento, come spesso accade, si deve alla casualità: “La tomba infatti fu scoperta l’8 febbraio 1902 da un contadino, in località Colle del Capitano, dove si estende un sepolcreto che va dalla fine dell’Età del Bronzo al VI sec. a.C.” spiega la Emiliozzi. “Oltre al carro, nella grande fossa già ricoperta da un tumulo monumentale era deposto un ricco corredo di vasellame bronzeo che lascia identificare il defunto come ‘capo’ della comunità di uno dei vari siti di transito attraverso l’Appennino, nell’alta Sabina”.
La ‘fuga’ del carro all’estero, in seguito al suo ritrovamento, fu favorita dal crollo del campanile di San Marco a Venezia (14 luglio 1902) che distolse l’attenzione dei funzionari ministeriali sulla compravendita del manufatto e per questa inestimabile ‘perdita’ lo stesso capo del governo, Giovanni Giolitti, per l’inadeguatezza delle strutture dello Stato nell’impedire il saccheggio delle opere d’arte italiane.
Quando le parti bronzee del carro giunsero a New York furono sottoposte a restauro e a rapida ricomposizione su una compatta struttura lignea che somigliava più a un trono su ruote che a un cocchio, poiché nel 1903 non vi erano punti di riferimento certi per la tipologia del veicolo. Gli errori di riassemblaggio determinarono però una serie di equivoci nello studio del manufatto che si protrassero per circa novant’anni, in particolare, l’errata collocazione di alcuni elementi decorativi aveva indotto gli studiosi a credere che l’artista, autore del manufatto, avesse una cultura ‘provinciale’ avendo rappresentato in maniera incongruente rispetto a modelli greci una scena animalistica proprio sul parapetto del carro.