martedì 22 maggio 2007

Antropologia del viaggio

Marc Auge´ li chiama non luoghi, tutti quelli di passaggio, dove ci sono agglomerati di persone che si sfiorano, si incontrano, incrociano per un nanosecondo i loro destini ma non si conosceranno mai. Aeroporti, stazioni, anche supermercati in cui uomini separati di fresco si recano in cerca di una nuova occasione, salvo poi non conoscere affatto gli orari giusti per il ´cucco´ da banco frigo.
Ma non e´ questo di cui voglio parlare.
Vorrei dirvi che Dio esiste perche´ mi hanno pagato il viaggio in business e il che significa la Lounge dell´aeroporto di Monaco da dove sto scrivendo in questo momento. Il che significa che ho perso l´aereo ma non sto perdendo tempo perche´ c´e´ un pc e da qui posso postare il che mi fa sentire metropolitana ma anche apocalittica e molto molto integrata. Essere qui e li allo stesso tempo, tra un volo per Francoforte e uno per New York, altro che storie.
Non sono nemmeno seccata, forse perche´ sono alla ricerca della giornata perfetta, e tra lßaltro mi sono innamorata del paio di scarpe piu´ belle del mondo, di Escada, rosa lillato con impunture e fiocchi, roba da principesse.
Insomma, mi dovrete sopportare anche a distanza perche´ ho gia´ messo in memoria un sacco di stimoli, di suggerimenti, di idee che spero di postarvi anche a distanya il che fa molto, ma molto global e in fondo GLOCAL.
Vado a continuare il global trip. Vi abbraccio tutti.

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