martedì 15 maggio 2007

Scusate ma ve lo DICO....


Sono stufa e amareggiata, della politica, della gente, dell'ipocrisia. Del Family Day e quindi mi corre l'obbligo di dirvi la mia opinione.

Intanto vorrei sapere come è possibile che ognuno rivendichi la paternità di una parola, che ognuno dica all'altro che è giusta la propria versione, che si sia così intransigenti e così bigotti, così ipocriti.

I politici contrari ai DICO spesso convivono, la Chiesa l'ha fatta fuori dal vaso quando afferma che ammettere i DICO è come autorizzare incesto e pedofilia. Un dialogo tra sordi, una querelle inesistente. E i più odiosi sono proprio quei piccolo borghesi, piccolo nel senso di ristretto, ottuso, che si sentono minacciati dalle famiglie anomale, che rifiutano diritti sacrosanti ai conviventi, che sono abbarbicati al pezzo di carta, alla burocratizzazione dei sentimenti e stanno lì col ditino alzato a fare, no, questo non si fa. Gli stessi che hanno relazioni extraconiugali, che hanno tradito la moglie quando era incinta ma che una breve confessione ha cancellato tutto, altro che Mastro Lindo perchè tre ave marie tolgono anche il calcare più ostinato. Quelli che dicono che loro sono giusti e gli altri no, che hanno il dono della verità rivelata, che ammettono solo quello che è regolamentato, che non hanno mai amato il coniuge ma poi incassano la pensione di reversibilità.

L'amore universale? Non sanno nemmeno dove sta di casa. Quelli che fanno finta di avere una mentalità aperta e tollerante ma solo se conviene a loro. Abbiamo dimostrato di essere ipocriti e soprattutto provincialotti.

Faccio un esempio pratico: volete dire che io e la mia adorata bambina non siamo una famiglia solo perchè al mio fianco non c'è un marito? Ah, è vero, la mia la chiamate famiglia monoparentale, e che differenza ci può essere tra la mia e quella di due persone che stanno insieme, si amano, condividono il destino, si sostengono ma decidono, ad esempio, di non avere figli? E come vogliamo chiamare quelli che, traumatizzati da storie familiari fatte di divorzi sanguinosi preferiscono non mettersi la fede al dito? E come chiamare quella della donna americana che, single, ha adottato tredici bambini disabili? Quella NON è una famiglia? Per me lo è eccome, e più di tutte quelle di lei con l'abito bianco, la chiesa, gli amici, i parenti che odiate ma che proprio non potevate invitare e dopo un anno lui sta fuori casa fino a tardi con la scusa del lavoro mentre ha una tresca con la segretaria. Ma meglio salvare le apparenze, l'unica cosa che ci interessa, non la dignità, non la verità, non l'amore, l'apparenza, un involucro sociale di ipocrisia che non ci salverà. Mi spiace, ma sono molto, molto arrabbiata sull'argomento. E non ho nemmeno parlato dell'amore gay, che a mio parere ha lo stesso sacrosanto diritto di quello di chiunque altro.

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