martedì 6 febbraio 2007

La libertà è...spegnere il cellulare e pensare ai casi propri.


Pranzare da soli? Ora è solo un brutto ricordo.

Si sfrutta la diffusione delle connessioni broadband per consentire di vivere l’illusione di un pranzo di famiglia.
E' nata una tecnologia per chi soffre di solitudine a tavola o per chi è costretto a vivere lontano dai propri cari. Consente di pranzare con chi si desidera, in stretto contatto audio-video. Nel giro di un paio di anni, sarà dunque possibili vivere le cosiddette «cene familiari virtuali» - scrive oggi il Daily Telegraph - realizzate grazie ad appositi schermi interattivi, posizionati in sala da pranzo, che consentiranno di «riunirsi» alla propria famiglia, condividendo in tempo reale il momento del pasto. La Accenture ha deciso di sfruttare la diffusione delle connessioni broadband per consentire a chiunque di vivere ogni giorno l’illusione di un pranzo di famiglia. Basta dotarsi di un apposito programma che in automatico proietta l’immagine dell’ospite virtuale sulla parete di casa, una volta stabilito un collegamento in diretta.«Stiamo cercando di ripristinare quel tipo di interazione familiare che un tempo era data per scontata», sottolinea Dadong Wan, ricercatore dei laboratori Accenture di Chicago. Secondo le ultime statistiche in Gran Bretagna più della metà delle donne sopra i 75 anni vivono da sole, accompagnate nella loro solitudine dalla tv.
(Fonte: La Stampa.it)


Molta gente odia mangiare da sola. E in parte anche a me. Stare da sola al tavolo di un ristorante mi mette una certa tristezza e infatti aggiro l'ostacolo portandomi da leggere. Credo sia un condizionamento culturale, specialmente per una donna, ma devo dire che mi mettono tristezza anche gli uomini, che cenano da soli. La trovata quindi non è affatto stupida ma a me pare triste a sua volta. In realtà forse siamo sempre meno capace di stare da soli con noi stessi. Abbiamo bisogno di essere costantemente CONNESSI per vincere la solitudine. Quindi se aspettiamo l'autobus e nessuno ci telefona ci sentiamo smarriti. Facciamo la fila alla posta e per ingannare il tempo mandiamo alcune decine di SMS. Siamo a casa malati e ci prende una crisi di pianto se non possiamo mandare alcune mail.

In realtà in questo modo non inganniamo il tempo ma il rapporto con noi stessi. Ci perdiamo momenti di riflessione, di introspezione, di intuizione preziosissimi. Abbiamo bisogno invece di silenzio per ritrovare quello che siamo. Il non saper stare da soli è una forma bella e buona di nevrosi. Se il nostro telefonino non squilla mai ci sentiamo degli alienati, se non ci chiama ogni giorno la mamma anche quando siamo al supermercato ci sentiamo orfani. Per non parlare della mania di controllo: dove sei? Cosa fai? Ma che te frega? Saranno pure affari miei. La libertà non è chiamare chi ci pare ad ogni ora del giorno e della notte, ma spegnere il cellulare, staccare la cornetta e pensare in pace ai casi propri.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io odio il cellulare specie quando voglio cortegiarre una bella ragazza e questa è sempre al telefono!! Che stress!!!!!!

E poi anche quando si viaggia in treno è un tormento tra squilli, suonerie e gente che parla a voce altissma!!!