giovedì 15 febbraio 2007

Le mie paure...e un pensiero a Piera Maggio




Oggi ho deciso di parlarvi di paure e per stimolarvi alla riflessione ho pensato di cominciare col parlarvi delle mie.
Posso dirvi che non ho paura degli insetti, che tollero topi, ragni e serpenti, che non ho paura di volare in aereo e nemmeno di morire.
Da piccola invece ero terrorizzata dalle ‘gerridi’ insetti volanti simili a gigantesche zanzare (vedi foto) dalle zampe lunghissime che vivono nei pressi di laghi e fiumi. Io vivevo proprio vicino ad un fiume e quando ne entrava una in casa gli urli si sprecavano. Poi la paura è passata.
Per un altro periodo ho avuto paura del terremoto. Ho vissuto di riflesso quello del Friuli: in quel periodo vivevo in Trentino e lo sentimmo piuttosto forte perché il pensiero mi rimanesse attaccato addosso per qualche anno. Ci pensavo la sera, prima di andare a dormire, ogni sera, immancabilmente. Credo che fosse una lieve forma di disturbo post traumatico da stress anche se a quel tempo forse non era nemmeno mai stato decritto nei manuali di psichiatria.
Da ragazzina poi temevo per l’icolumità dei miei cari, fatto credo fisiologico.
Questo per ciò che riguarda le paure, per così dire, generiche.

Nel tempo ho sviluppato la convinzione che la paura sia una soglia psicologica. La distanza tra l’avere paura (magari dell’ignoto, perché non sai cosa ti aspetta) e non averne più è solo un passo e non un baratro.
La mia personale strategia è “superare la soglia”, fare ciò di cui ho paura. In genere la sensazione della paura è (per me) più sgradevole dell’emozione legata all’azione. E a posteriori, la paura era ingiustificata.

In genere il mio “cervello ottimista” mi impedisce di pensare a situazioni ansiogene e catastrofiche. Ma ho anche scoperto che pensare a “qualcosa di brutto” serve un po’ ad esorcizzarlo. (Non a caso dicono che se sogni la mor

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