lunedì 19 marzo 2007

La VERA storia del Coso...la saga continua


Ricevo, e volentieri pubblico, una nuova inedita versione della Storia del Coso.


Potrebbe chiamarsi il Coso II, la vendetta, oppure il Coso II, il ritorno, oppure....beh, non lo so, fate voi. Quello che è certo è che la storia del Coso è appena cominciata. E questo è già un po' il blog del Coso.


Anche io avrei qualcosa da dire sul Coso ...
C'era una volta (ogni vera storia inizia così), una famiglia in cui tutti cantavano in una corale e suonavano almeno uno strumento. Un giorno, la figlia minore, una ragazzina dall'aria fragile e smunta, con due grandi occhioni verdi, annunciò che da grande sarebbe diventata una brava violencellista. I suoi genitori provarono a dirottare la preferenza verso altri strumenti, non solo il flauto traverso, ma anche l'ocarina, il triangolo, il tamburello, la trombetta .... ma fu tutto inutile.


Fu così che il Natale successivo arrivò il primo "Coso", un violoncello cinese, che venne affettuosamente battezzato "Vercingetorige". Per uscire di casa la nonna Pina gli aveva confezionato un cappottino elegantissimo in tweed inglese, visto che la custodia rigida sarebbe stata troppo ingombrante e troppo pesante da trasportare, considerato l'aspetto gracile della sua padroncina. Gli anni passavano e i progressi della piccola musicista aumentavano, così il vecchio e gracchiante violoncello cinese venne sostituito con un elegante prodotto di liuteria italiana: il Coso veniva quindi ufficialmente ammesso in famiglia.


Sin da subito il nuovo ospite venne trattato con tutti i riguardi. Campeggiava in camera da letto come se ne fosse l'unico abitante, al centro del tappeto, e guai a sfiorarlo, rischiavi la vita ! Nei suoi (pochi) momenti di relax, se la spassava comodamente sdraiato sul letto di Susy, perché nessuno lo disturbasse inutilmente. il primo fidanzato di Susy acquistò addirittura un'auto dal cofano capiente per poter trasportare tutta quella attrezzatura ! Al Coso però non potevi non volere bene: era sì molto ingombrante, ma quando si trovava tra le braccia affettuose della sua ragazza, esprimeva tutta la sua felicità cantando con quella sua voce "umana" inconfondibile.
Il Coso ben presto impose una lunga serie di peripezie con le quali Susy imparò a convivere, di cui il biglietto aereo è solo un piccolo esempio. In concerto la violoncellista non può indossare un abito da sera qualunque: deve trattarsi di qualcosa che permetta di ... allargare abbastanza le gambe; quindi via libera alle gonne a campana, anche quando la moda suggeriva il tubino; i pantaloni d'altronde si consumano all'interno della ginocchia, etc etc.. Inoltre il Coso si appoggia al terreno tramite un lungo puntale, il quale scivolerebbe inesorabilmente se ... non avesse un buco in cui infilarsi. quindi Susy imparò a girare con martello e scalpello così da bucherellare il pavimento in corrispondenza della sua sedia; ovvero un bel paio di forbici per tagliuzzzare il tappeto. Ultimamente, stanca degli improperi di quei tapini ai quali aveva o bucato il parquet, o sfilacciato il tappeto persiano, Susy commissionò al falegname un attrezzetto da lei disegnato, che si lega con una corda alla gamba della sedia ... Infine, un'altra lezione che Susy dovette imparare molto presto, fu quella di ricordarsi di portare sempre con sé una buona scorta di mollette per i panni, perché se per caso devi suonare all'aperto, devi poter tenere ben saldi gli spartiti sul leggìo ....
Insomma, la vita della violoncellista richiede innanzitutto spalle forti; sicuramente molto talento ed infinita creatività. Non solo ovviamente in quanto a doti musicali, ma soprattutto per poter sopravvivere felicemente tra un concerto e l'altro !
La sorella del Coso (l'altra figlia della gallina)


Grazie di cuore

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