giovedì 8 marzo 2007

Nella giornata delle donne vi segnalo le 'invisibili'.


Invisible Women a Milano18 Gennaio 2007
Per ricordare le donne invisibili nel cuore di tenebra del mondo

Dopo Roma e Bologna, è arrivata a Milano, il 18 gennaio, presso lo spazio Shenker Culture Club (Via Nirone 2) la mostra Invisible Women di Sheila McKinnon, fotografa canadese che ha documentato la condizione della donna nel corso di molti viaggi nel mondo. La mostra è realizzata in collaborazione con AIDOS e resterà aperta fino al 24 marzo. Sono fotografie di grande bellezza formale (clicca per ingrandire), in cui Sheila McKinnon ha colto attimi di quotidianità femminile in India, Etiopia, Yemen, Turchia, Mali, Kenya, Vietnam, Eritrea, Sierra Leone, Senegal e altri paesi. Un bagaglio di volti e storie che la fotografa ha raccolto negli anni fino alle recenti esperienze del novembre 2006 in Congo e Nepal.

Ogni anno la solita storia, il giorno delle donne è ogni giorno ecc. ecc.



Io personalmente non festeggio, e non compro mimose, alla mia amica Anna ho regalato una violetta raccolta nel giardino condominiale ma ugualmente bella e profumata, lei ha ricambiato con due deliziosi narcisi coltivati con amore sul suo terrazzo. Mi interessava però segnalarvi questo evento a Milano sulle donne 'invisibili', quelle che non hanno diritti, quelle per le quali questo giorno non ha alcun senso, quelle, altresì, per cui anche il femminismo è un'utopia. A loro il mio pensiero affettuoso.



Devo, o meglio, voglio, farvi partecipi di una riflessione. L'altra sera ero in autobus e tornavo a casa. Davanti a me era seduta una giovane mamma, forse filippina, con una bimba di 9-10 mesi in braccio, di una bellezza unica: capelli neri come l'ebano, occhi immensi e profondi, un musino da baciare. Era serena tra le braccia della sua mamma. Nata in un paese straniero mi sono domandata quale potrebbe essere il suo destino, il suo futuro. Ebbene, mi piace pensare che in quegli occhi ci sia il germe del possibile, che possa crescere e trovare la strada che desidera, che possa studiare e magari fare l'ingegnere, la ricercatrice, la cantante, la velina, oppure il politico e chissà, magari il Presidente della Repubblica. Insomma, forse è buonismo anche banale ma mi piace pensare che quella bambina potrà scegliere cosa essere e magari non essere destinata a fare la domestica o la badante. Non che ci sia nulla di male, solo che mi piacerebbe che questo Paese complesso dia a tutti, italiani e non, pari opportunità di crescita.

1 commento:

Anonimo ha detto...
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