domenica 4 marzo 2007

Una riflessione sul male oscuro








Oltre la cronaca nera, oltre la possibilità di dare una risposta coerente alla domanda 'perchè'? Di fronte a tragedie come queste c'è sempre sgomento e incredulità, dietro, la maggior parte delle volte, lo spettro della depressione, sempre più subdolo. Una donna sorridente e buon umore a detta dei vicini che compie un gesto così tragico e che si può spiegare solo con una malattia.


La depressione è il male oscuro perchè ti toglie la speranza, perchè ti fa sentire inetto e indegno. Nulla può consolare il depresso tranne la via d'uscita della morte come estremo tentativo di liberarsi dallo strazio. Una visione completamente distorta della realtà. Io credo e temo che la banalizzazione del termine, ormai usato per definire anche un calo d'umore o la semplice tristezza temporanea, rischi di banalizzare anche il disturbo, che spesso si cela perchè del disturbo mentale lo stigma è ancpra fortissimo. In pochi confessano volentieri agli amici di prendere un antidepressivo, meglio un ansiolitico. Insomma tutto quello che butti giù per il cervello induce giudizi di merito mentre non siamo ugualmente severi con chi prende un farmaco contro l'ipertensione o con chi si inietta dell'insulina per combattere il diabete.


Non ho risposte, nè soluzioni facili, che non ci sono, ma spero che sia presto più facile diagnosticare questa malattia che può inghiottire in un vortice a volte senza via d'uscita e senza ritorno, che diventa una strada lastricata di morti innocenti.


Belgio, mamma uccide i 5 figli poi tenta di togliersi la vita

La scritta sulla porta"Chiamate la polizia"
BRUXELLES - Dramma familiare in Belgio: una casalinga belga ha ucciso con un coltello i suoi cinque figli, quattro bambine e un bambino, poi ha tentato di suicidarsi, ma è ora fuori pericolo. Il dramma si è consumato a Nivelles, una cittadina ad una ventina di chilometri da Bruxelles, nel primo pomeriggio. La quarantunenne Genevieve Lehermitte, che soffriva di depressione, ha trovato poco prima della tragedia il coraggio di scrivere due righe alla sua migliore amica per annunciarle le sue intenzioni. Ma quel foglio, che lei stessa ha messo nella cassetta delle lettere, purtroppo è stato letto solo quando il dramma si era ormai consumato. Il padre, Bouchaid Mokadem, di origine marocchina ma da tempo in Belgio, era un rappresentante di prodotti medicinali, ed è stato rintracciato all'aeroporto di Bruxelles. Una famiglia felice, secondo i vicini. Nessuno dei suoi figli è stato risparmiato, neppure il piccolo Medhi di soli 3 anni, e le quattro sorelline: Yasmine di 14 anni, Nora di 12, Miriam di 10 e Mina di 8. Arrivati a Nivelles sette anni fa, vivevano bene, in una casa agiata e si erano perfettamente integrati nella comunità. Per gli abitanti del quartiere , la donna, sorridente e di buon umore, amava molto i suoi figli. Ma dai primi accertamenti degli inquirenti è emerso che Genevieve era da qualche tempo in cura. La tragedia si è consumata poco dopo le 15. Dopo la mattanza, la donna ha trovato il coraggio di attaccarsi al telefono e fare il numero 100, quello delle emergenze per dire che aveva ucciso i suoi figli e aveva tentato invano di suicidarsi. Quando la polizia è arrivata davanti all'abitazione ha trovato sulla porta anche un biglietto su cui la donna aveva scritto "chiamate la polizia. E' urgente".
Al piano superiore i bambini giacevano ormai privi di vita, la donna è stata salvata.

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